Pubblicato il: 16/06/2023 alle 16:07
e incongruenze nelle dichiarazioni dei due indagati erano emerse da subito. Come quelle sul prelievo di 600 euro fatto la mattina dell'omicidio. Sono andata a prelevare su richiesta di Luigi Panzieri, perché lui "non se la sentiva di uscire per un malessere", ha riferito Tamara Antonini. Un'affermazione fermamente smentita dalla figlia dell'uomo: "Mio padre non aveva motivo di prelevare tale somma dal conto e non avrebbe mai affidato il suo codice pin ad altre persone".
Per far scattare l'arresto, alla procura di Tivoli ci sono voluti quattordici mesi di intercettazioni, ricostruzioni e verifiche. Alla fine di questi, agli investigatori è apparso chiaro che i sospetti dei primi giorni erano fondati. Il delitto si è consumato il 6 aprile 2022, in un appartamento di Colleverde, frazione del Comune di Guidonia Montecelio, in provincia di Roma. La vittima: Luigi Panzieri, 86 anni.
A trovarlo in un lago di sangue e con sette ferite da arma da taglio sul corpo, la figlia che aveva ricevuto una telefonata dalla colf. La collaboratrice domestica avvertiva che l'uomo non rispondeva al citofono. Ed è proprio lei una dei due arrestati. Tamara Antonini, 47 anni, lavorava per Panzieri e quella mattina ha detto di essere uscita per fare delle spese. È stata arrestata insieme al proprio amante, Danilo David, 51 anni. È lui – secondo il Gip del tribunale di Tivoli, Raffaele Morelli – la mente di quell'omicidio.
Nell'ordinanza che dispone i due arresti, viene descritto "l'atteggiamento manipolatorio da parte dell'uomo – dotato di 'personalità controllante' e 'dispotica' – rilevato costantemente nel corso delle indagini nei confronti della donna, con la quale intratteneva una relazione d'intimità; atteggiamento finalizzato a celare le sue responsabilità, inducendo la donna persino a rendere agli investigatori dichiarazioni autoaccusatorie" anche tentando di coinvolgere un fantomatico complice rivelatosi inesistente, per poi cambiare più volte versione.
Ed è ancora l'ordinanza a motivare gli arresti: "tutti gli spostamenti della coppia il giorno del delitto sono stati oggetto di una minuziosa ricostruzione degli investigatori, e grazie anche alle testimonianze raccolte, sono emerse plurime incongruenze nelle dichiarazioni rese dai due indagati, consentendo di ricostruire tutti gli spostamenti avvenuti quel giorno.
È con quell'uomo che Tamara Antonini viene immortalata nelle immagini di diverse telecamere di sorveglianza la mattina del 6 aprile. Insieme raggiungono lo sportello della filiale di Intesa San Paolo di via Nomentana. Ma il tentativo di prelievo effettuato alle 9.13 non va a buon fine. E così i due raggiungono il bancomat del vicino ufficio postale. Dalla lista dei movimenti sulla carta risultano tre diversi prelievi tra le 9.30 e le 9.33 per un totale di 600 euro e altri prelievi tra le 9.39 e le 10.05. A quell'ora però Luigi Panzieri è già morto, ucciso con sette coltellate, che gli investigatori pensano siano state sferrate proprio da David.
Il gip Raffaele Morelli lo colloca nella casa di Panzieri la mattina del 6 aprile. In una delle conversazioni intercettate tra i due, l'uomo detta a Tamara Antonini la confessione con cui lei si dovrebbe incolpare dell'omicidio. Nel farlo, nota il giudice, "corregge la donna nella descrizione del mobilio in cucine. Elemento che non potrebbe essergli in alcun modo noto se non per conoscenza diretta del luogo".
David viene intercettato mentre detta alla donna quella che sarebbe dovuta essere la sua confessione, completa di movente: "io lavavo i piatti"… "il signor Luigi"… "cominciava ad allungare le mani su di me". Una settimana dopo l'omicidio, un'altra conversazione viene intercettata tra i due. "Amò me guardi un attimo, mo te faccio beve qualcosa, soffrirai come un cane, me senti? Però l'unico cosa devi tenta il suicidio, acido muriatico, va bene? Te lo bevi. ok. Lo bevi. Domani mattina se vedemo alle quattro ok? Mo lo compramo eh". I due comprano una bottiglia di acido muriatico in un negozio di casalinghi. Ma il tentativo di istigazione al suicidio fallisce.
Le accuse per i due indagati sono di omicidio pluriaggravato dall'avere agito al fine di commettere il furto e di assicurarsi l'impunità, approfittando dell'età avanzata della vittima e delle relazioni domestiche conseguenti al rapporto di lavoro intrattenuto tra la colf e l'anziano. Alla coppia, inoltre, è stato contestato il delitto di rapina pluriaggravata e quello del reato di indebito utilizzo di carte di credito. Dalla casa sono stati sottratti, oltre a oltre ad una carta libretto smart e una postepay, anche una catenina e 4 anelli in oro.