Pubblicato il: 29/05/2014 alle 07:21
L'Assemblea regionale ha approvato la manovra ‘salva-stipendi' da 233 milioni di euro, 48 i voti a favore e 14 gli astenuti. Oltre ad assegnare risorse per i dipendenti di Eas, consorzi di bonifica, forestali e personale di enti e associazioni, la manovra contiene il taglio del 5% dei contratti di servizio in essere e il tetto di 160 mila euro lordi all'anno per i dipendenti e i pensionati della Regione e degli enti collegati. Il governo dai tagli stima un risparmio di circa 100 milioni di euro. Ok anche alla norma che assegna 100 milioni a comuni (80 mln) e forestali (20 mln) e alle modifiche al tetto reddituale degli ex Pip.
Anche chi gode già di una pensione d'oro in quanto ex dipendente della Regione sarà colpito dalla norma voluta dal governo Crocetta, approvata ieri sera dall'Assemblea regionale siciliana, che stabilisce il tetto massimo di 160 mila euro agli emolumenti. Secondo alcuni parlamentari, tuttavia, aver previsto il principio della retroattività potrebbe portare a una impugnativa da parte del commissario dello Stato.
I grillini siciliani gridano allo scandalo per l’attacco del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone a Giancarlo Cancelleri dopo il suo intervento a sostegno dell’emendamento antivitalizi e chiedono le dimissioni del “numero uno dell’Ars”, in quanto “non ha la serenità e l’imparzialità per presiedere questo Parlamento”. Ad affermarlo è il capogruppo Francesco Cappello, nel corso di un vigoroso intervento in aula, nel quale il capogruppo ha anche attaccato Crocetta per le numerose retromarce fatte sulle norme targate Movimento 5 Stelle.
“Mi svesto dalle vesti istituzionali – aveva detto durante i lavori Ardizzone rivolgendosi all’ex capogruppo grillino – e le ricordo che questa è materia penale, l’Ars non ha competenza come dimostrano anche precedenti sentenze. Anche se lei non ha studiato giurisprudenza, dovrebbe saperlo: se non sbaglio il vostro gruppo parlamentare ha molti consulenti. Avete fatto diventare il ‘caso-Cuffaro’ un caso nazionale, siete andati nelle televisioni nazionali a parlare male delle istituzioni che voi stessi rappresentate”.
La norma che mirava ad abolire il vitalizio per coloro che sono stati condannati per reati legati alla mafia, è stata bocciata a larghissima maggioranza dall’Ars, risultato definito dai deputati Cinquestelle un “verdetto vergognoso, che manda un brutto messaggio alla gente. E la gravità del gesto è ingigantita dal plebiscito contro l’emendamento”.