Pubblicato il: 16/09/2014 alle 10:28
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Il Corona Bingo Gaming Hall mercoledì sera riaprirà le porte della sala eventi per accogliere i visitatori della personale di Cristina Ognibene, artista eclettica ed esperta di differenti tecniche.
Per conoscere meglio l'artista e le sue opere abbiamo chiesto alla curatrice della mostra Arte Corona, Miriam Ognibene.
Con il titolo, “Stili d'animo”, viene subito di pensare all'atto creativo in cui si collocano gli stili, l'atto di dipingere in questo caso. Stili differenti, colori e tecniche a sostegno dell'espressività attraverso cui dire e sembrano sospiri quelli che le Veneri da lei riproposte si scambiano, velature delicate… ripropone in chiave moderna alcuni capolavori del passato, altri sono ritratti liberi, altri ancora frame di film noti, che ama guardare e riguardare.
Si concentra sul potere degli sguardi e attraverso il suo stato d'animo vive la voglia di dipingere una tela, la tecnica funge da rafforzativo all'emozione che vuole narrare per esprimere non soltanto attraverso la forma che appare, ma anche attraverso il colore e lo stile. Cinema, grande amore della sua vita al quale dedica una parte della collezione, raccontando le impressioni che coglie e trasforma con le sue emozioni. Si potrebbero definire luoghi, spazi, attimi di emozione in cui potersi ancora commuove davanti alla bellezza. Trapela la sua sensibilità sono ritratti di essenza… una molteplicità di emozioni umane, tenere, fugaci, quelle emozioni che dell'uomo creano la sua vera sostanza.
Cristina Ognibene, esperta nelle arti del restauro, della pittura, dell’iconografia bizantina, della ceramica, della ritrattistica e della modellazione plastica utilizza diverse tecniche pittoriche, attuali e antiche, come la tempera all’uovo, la doratura a guazzo, l’imprimitura su tavola e tela, e realizza i suoi soggetti traendo spunto da motivi iconografici propri della pittura del passato e di quella moderna, contestualizzandoli in chiave contemporanea.
La sua arte è molto apprezzata nel territorio nisseno, a tal punto da ritrovarsi in mostra permanente nei principali musei della città capoluogo, come palazzo Moncada e villa Barile, e in alcune Chiese come quella del Sacro Cuore, nonché presso importanti Istituzioni civili come il Corpo forestale di Caltanissetta.
Formata all'Istituto Statale D'Arte Filippo Juvara di San Cataldo ha proseguito i suoi studi acquisendo diverse qualifiche tra cui restauratore d'Arte di dipinti e opere lignee, ceramista e iconografa.
I suoi soggetti preferiti sono le donne e la loro evoluzione nel tempo poiche, come spiega la stessa artista: “Mi piace riproporre in chiave moderna famosi soggetti del passato, di favole e di dipinti famosi come nelle mie opere “La Gioconda oggi” e “Cenerentola”, per sottolineare il fatto che vi è un' armonia tra passato e presente, tra antico e moderno, nonostante i cambiamenti storici e l'evoluzione continua dell'essere umano, ci sono caratteristiche che rimangono invariate nei secoli e che sono proprie degli uomini di qualunque epoca, come la capacità di amare, di sognare, di desiderare…e altre che cambiano inevitabilmente. Con il suo stile ha ottenuto il terzo premio al concorso diocesano Caltanissetta “e Dio disse” nel 2011-2012 e il terzo premio concorso Nuova Civiltà “il mio sogno e” nel 2002.
La cantina di vino abbinata a questo evente è quella fondata da Guido Berlucchi, icona nel mondo del vino italiano, pioniera del metodo classico in Franciacorta.Â
Guido Berlucchi, “figlio d'arte” discendente dei conti Lana de’ Terzi, produceva con le uve del vigneto
del castello di Borgonato il Pinot del Castello, vino bianco poco stabile in bottiglia.
L’amico Alessandro Borghesi gli consigliò di incontrare un giovane e dinamico enologo,
Franco Ziliani. Era la primavera del 1955. Ziliani si recò a palazzo Lana Berlucchi e, mentre prometteva al suo ospite
di rimediare all’instabilità di quel vino fermo, gli propose di creare un metodo classico in Franciacorta.
La bella dimora, l’elegante persona di Berlucchi e le antiche cantine sotterranee avevano ispirato Ziliani, che vi aveva intravisto la possibilità di materializzare il suo sogno di ragazzo: produrre un vino rifermentato in bottiglia.
Berlucchi accettò la sfida e nel 1961 furono sigillate tremila bottiglie di Pinot di Franciacorta.
Era nato il Franciacorta, e il riscontro dei primi degustatori fu tanto incoraggiante che l’anno dopo Ziliani creò Max Rosé,
primo metodo classico rosato d’Italia: una dedica al raffinato Max Imbert, amico di Guido Berlucchi e cultore delle bollicine in rosa.
A Berlucchi e Ziliani si unì Giorgio Lanciani: a lui il merito di aver ideato l’etichetta ovale, entrata nell’immaginario come emblema della casa L’attenzione verso il nuovo marchio aumentava, e nel 1977 Pinot di Franciacorta diventò Cuvée Imperiale. In pochi anni, Berlucchi si affermò come metodo classico per antonomasia, brindisi della festa e del piacere quotidiano.
Cinquant’anni dopo il Pinot di Franciacorta 1961, il mezzo secolo di storia della casa è suggellato dal francobollo
di Poste Italiane. Un segno che la conferma tra le icone del made in Italy.
Inaugurazione, mercoledì 17 settembre 2014, ore 20.00 – Arte Corona – Sala eventi viale Luigi Monaco, 8
Ente Promotore: CORONA WINE BAR – Curatrice rassegna Arte Corona: Miriam Ognibene – Coordinamento generale progetto: miriam ognibene photographer -Responsabile Comunicazione e Media: Consuelo Costa – Dj set: Giuseppe Dell'Utri – Bookjstudio – Foto di apertura evento: Michele Mastrosimone – Organizzazione stagione estiva: GoodNight Event – Davide Cansirro Co