Pubblicato il: 02/02/2015 alle 09:31
“Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per altre persone non è normale per me, e quello che io ritengo normale, non lo è per gli altri – aveva affermato Jim Sinclair, affetto da autismo. “In un certo senso sono mal “equipaggiato” per sopravvivere in questo mondo”.
Spesso, oggi, con il termine autismo si intendono genericamente tanti comportamenti e tante (forse troppe) diagnosi vengono fatte in tal senso. Proprio per dedicare ampio spazio a questo disturbo Seguonews dedicherà due approfondimenti all'argomento.
“L’autismo fa parte di un insieme di “disturbi generalizzati dello sviluppo” anche detti “disturbi dello spettro autistico”, così chiamati perché vi è una distorsione che comprende varie aree dello sviluppo: in primo luogo la comunicazione verbale e non verbale, le capacità sociali e l’attività simbolica” ha spiegato la psicologa Marta Cortese, esperta della cooperativa Controluce e del Centro di terapia per la famiglia.
La dottoressa ha sottolineato che sembra possano esserci delle cause genetiche individuate in alcune regioni dei cromosomi 7 e 15, ma anche anomalie strutturali cerebrali; aldilà della “vera” causa, ancora da appurare, questi orientamenti parlano di un autismo primario, che è quindi una condizione in cui si nasce. D’altra parte ci sono delle condizioni ambientali “gravi” che possono far sviluppare sintomi autistici, così come alcuni sintomi autistici si ritrovano negli altri disturbi dello spettro autistico o in comorbilità (insieme) ad altre sindromi.
Il concetto di spettro autistico è stato introdotto per spiegare meglio l’estrema variabilità di modi in cui la sindrome artistica, e gli altri disturbi dello stesso tipo, si manifestano; l’autismo si trova all’estremità in cui il livello di compromissione è più elevato.
Così anche all’interno dello stesso autismo avremo una grande variazione, sia in relazione al tipo di sintomi presenti, sia in relazione alla gravità di questi; un continuum di situazioni, da quelle lievi o meno gravi, a quelle gravissime; per fare un esempio concreto, avremo bambini che utilizzeranno poco il linguaggio, mentre altri non lo utilizzeranno per niente.
Èimportante che la diagnosi venga fatta prima possibile e tenendo conto di molteplici aspetti; la valutazione deve essere legata al livello di sviluppo del bambino, deve tenere conto del contesto in cui il bambino viene osservato, al fine di osservare le differenti modalità di entrare in relazione con persone più o meno conosciute; il bambino può infatti dimostrare competenze migliori in un contesto più familiare.
Una buona conoscenza del bambino può permettere di valutarne meglio i bisogni e le potenzialità e, di conseguenza, aiutarlo nel modo più adeguato attraverso il lavoro terapeutico.
Fondamentale è in questi casi il lavoro di sostegno psicologico ai genitori che non devono essere lasciati soli, al contrario devono essere accompagnati in questo percorso molto difficile e doloroso, sia per comprendere il proprio bambino, sia per essere supportati nel farsi carico del grande peso emotivo e psicologico che questo comporta.
La prossima settimana la Psicologa Marta Cortese chiarirà “Le caratteristiche principali dell’autismo e i sintomi ai quali fare attenzione”.
Per approfondire: La psicologia di “Controluce”: i suggerimenti delle esperte contro il “disagio del sé”