Pubblicato il: 15/04/2016 alle 11:15
Impianti di autodemolizioni inquinanti al centro di una maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, che ha disposto il sequestro preventivo di una parte di un'azienda della provincia che si occupa anche di servizio di smaltimento e trattamento di rifiuti industriali e speciali. La struttura ha una estensione di 18mila metri quadri. I sigilli sono scattati ad un'ala dell'impianto, dove si è svolto il sopralluogo del Nucleo Ambientale della Procura di Caltanissetta e dei tecnici della Provincia che hanno operato sotto il coordinamento del pubblico ministero Luigi Leghissa, titolare del dossier che vede tre persone indagate, tra amministratori e soci della ditta per l'ipotesi di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.
Un'indagine ancora in fase embrionale e sulla quale vige il massimo riserbo. La Procura e ha disposto il sequestro preventivo dei macchinari utilizzati dall'azienda di autodemolizioni che, secondo gli inquirenti, non avrebbe rispettato le procedure di demolizione dei veicoli previste dalla normativa. Gli investigatori del pool contro i reati ambientali, composto da vigili urbani e agenti del Corpo Forestale, avrebbero accertato che lo smaltimento dei rifiuti – cumuli di pezzi di ricambio e componenti d'auto – sarebbe avvenuto senza seguire la classificazione della tipologia, o non depositandoli all'interno di vasche impermeabili. In questo modo si sarebbe alimentato lo sversamento nel sottosuolo di oli e liquidi inquinanti. Tant'è che il Nucleo Ambientale e i tecnici della Provincia hanno eseguito tre campionamenti di suolo e di liquidi per attestare l'eventuale tasso di sostanze inquinanti, in particolare di metalli pesanti e idrocarburi. Provette che sono state inoltrate ai laboratori chimici dell'Arpa per un esame più approfondito. Dopo il responso degli esperti chimici, la Procura deciderà l'ulteriore passo da compiere. FOTO ARCHIVIO