Una maestra di una scuola primaria di San Vero Milis, in provincia di Oristano, in Sardegna, è stata sospesa per 20 giorni e ha avuto una riduzione dello stipendio dopo aver proposto alla sua classe di realizzare un piccolo rosario a forma di braccialetto durante la sostituzione di un collega in una terza elementare. La maestra ha anche recitato insieme ai bambini un’Ave Maria e il Padre Nostro. La misura disciplinare è stata presa dal dirigente scolastico e dall’ufficio scolastico provinciale a seguito delle lamentele di due genitori.
Marisa Francescangeli, la maestra sospesa, ha raccontato la vicenda sulle pagine dell’Unione Sarda e, parlando all’Ansa, ha confermato di aver chiesto scusa ai genitori durante una riunione. Tuttavia, la sospensione di 20 giorni, dal 27 marzo al 15 aprile, e la riduzione dello stipendio sono state un duro colpo per la maestra che non si aspettava una sanzione così pesante. L’avvocata della UIL, Elisabetta Mameli, presenterà un ricorso contro la sospensione.
Il racconto dell’insegnante
L’insegnante ha raccontato: “C’era stata una riunione con tutti i genitori e ho chiesto scusa. Pensavo fosse finita lì, ma poi due sabati fa, mentre uscivo da scuola, mi hanno consegnato a mano la lettera raccomandata e sono rimasta senza parole. Non ha avuto il coraggio di aprirla subito, sono tornata a casa e l’ho aperta solo alle 22: sono rimasta scioccata”.
“Non penso di aver fatto nulla di male, oltretutto tutti i bambini seguono le lezioni di religione e si stanno preparando per la prima comunione – ha aggiunto la maestra – Per me è una gioia andare a scuola. Mi mancano i bambini. Credo che questa sia un’ingiustizia: in molti tra colleghi e genitori mi hanno chiamato e mi stanno sostenendo. Adesso penso solo a quando potrò riabbracciare i bimbi”.
Mura (FDI): “Assurdo punire la maestra”
Il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Mura, ha annunciato una interrogazione urgente al ministro della Pubblica Istruzione e del Merito. “Considero assurda ed aberrante la decisione, assunta dal dirigente e dall’Ufficio scolastico Regionale, di infliggere una punizione ad una maestra per il sol fatto di aver recitato una preghiera in classe con i propri alunni. Quale devastante messaggio, quale imperdonabile disvalore, o peggio, quale insanabile trauma può subire un bambino dal recitare una preghiera, quale che sia la religione di riferimento? Il messaggio, che vien fuori da tale insensata azione di censura, oltre che essere profondamente sbagliato nei presupposti, è molto pericoloso per le conseguenze che ne potrebbero derivare”, ha affermato in una nota.
E ancora: “Se il timore è infatti quello che la parola di Dio possa condizionare negativamente la crescita e lo sviluppo dei nostri bambini, ciò potrebbe valere anche per lo studio del pensiero di personaggi come Gramsci o D’Annunzio o di chiunque altro abbia contribuito alla crescita intellettuale della civiltà occidentale e quindi della nostra Nazione. L’Italia è un Paese laico la cui storia democratica non può prescindere dalle sue radici cattoliche. Intendo perciò interessare il Ministro Giuseppe Valditara, affinché ponga ordine e faccia chiarezza su tale incresciosa vicenda, con l’invio degli ispettori ministeriali presso la scuola di San Vero Milis e presso gli Uffici scolastici Regionali affinché siano valutate le reali responsabilità ed assunti i provvedimenti più corretti”.