Pubblicato il: 25/10/2014 alle 10:53
La vicenda della cessione dell'Averna alla Campari, che sta tenendo con il fiato sospeso i lavoratori dello storico marchio nato a Caltanissetta, aggrava ulteriormente l'economia del territorio nisseno. A questo si va ad aggiungere anche il rischio di vedere abbandonare l'ennesima struttura, in questo caso il grande stabilimento Averna di via Xiboli, simbolo di un glorioso passato.
Il sindaco di Caltanissetta, Giovanni Ruvolo, sta seguendo con attenzione la trattativa sindacale, provando a intercedere con i vertici della multinazionale, nuova proprietaria dell'Averna, affinché si riescano quantomeno a mantenere gli attuali livelli occupazionali. Una situazione difficile che in qualche modo il primo cittadino vorrebbe risolvere, cercando anche soluzioni alternative che possano accontentare tutti, proprietà, lavoratori e cittadini nisseni. In tal senso Ruvolo ha intenzione di proporre ai nuovi proprietari la possibilità di convertire lo stabilimento in un luogo dove poter scoprire e conoscere la lunghissima storia dell’Amaro Averna, alla stregua di quello creato dalla Coca Cola in America con “Coca Cola World”, una sorta di tempio consacrato alla bibita più famosa dell’universo.
“Se si pensa che la nascita della Coca Cola risale al 1886, mentre quella dell'Amaro Averna al 1868, l'idea di creare un “mondo Averna”, dove è possibile conoscere e ripercorrere il ciclo produttivo dell’amaro nisseno conosciuto in tutto il mondo, non è anacronistica, ma potrebbe senz’altro essere per la Campari un’ottima operazione di marketing, che servirebbe a far capire ai visitatori, e non solo, che l’Averna non è semplicemente un amaro come altri, ma un’ icona della cultura made in Italy, con dentro l’essenza del “gusto pieno della vita” – dice il sindaco Giovanni Ruvolo -. Una riconversione di questo tipo degli stabilimenti Averna, in un momento storico come questo, se ben sfruttata, garantirebbe alla Campari un altissimo ritorno d’immagine in tutto il mondo, aumentando gli estimatori dell’amaro e, di conseguenza, i suoi consumatori. La multinazionale Campari ha la forza, la capacità e le competenze per potere fare tutto questo. Deve semplicemente crederci. Caltanissetta e i siciliani gliene sarebbero decisamente grati. Così facendo si manterrebbe la memoria storica di un glorioso marchio, fatto di tradizioni, sacrifici, passione e lavoro di intere generazioni che sono riusciti a far conoscere a milioni di persone le cose buone che è capace di produrre la nostra terra.