Pubblicato il: 17/09/2022 alle 13:28
“Il fatto che Orban sia stato democraticamente eletto non vuol dire nulla. Stiamo parlando della deriva autoritaria e illiberale che ha impresso al sistema ungherese e su questo la Meloni non deve prenderci in giro”. Lo ha detto il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, a Caltanissetta per una nuova tappa del suo tour elettorale in Sicilia. L’ex presidente del consiglio ha incontrato i cittadini passeggiando in corso Umberto, in un bagno di folla, accompagnato dal candidato alla presidenza della Regione Siciliana Nuccio di Paola e dall’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, candidato al Parlamento con il M5s come indipendente. “Uno – ha aggiunto Conte – può essere eletto ovviamente democraticamente ma poi imprimere, come è successo anche con Putin in Russia, una deriva autoritaria e illiberale che dipende dalle riforme che attua. La Meloni ci deve dire che idea di democrazia ha. Non basta dire che Orban è stato eletto democraticamente dal popolo ungherese. Su questo la Meloni non deve girarci intorno. Lei e Salvini appoggiano Orban, condividono quell’idea di democrazia, quello per loro è un sistema democratico, quelli sono i principi fondativi di un sistema democratico? Ce lo devono dire perché vogliono governare l’Italia. Devono chiarire che idea di sistema democratico hanno. Se è quello ungherese sono inidonei a governare l’Italia". Conte ha così concluso: "Lo dico forte, lo dico io che ho sempre detto non spetta a nessuno l’arroganza di distribuire patenti di legittimazione democratica a destra e sinistra. Sono stato il primo a dirlo. Però qui c’è un fatto preciso, un fatto serio. C’è stato un voto al parlamento europeo su una relazione dettagliata, che certifica la svolta illiberale e autoritaria. Se loro condividono quella svolta è un problema serio e non possiamo scherzare”.
“Per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino siamo stati chiarissimi nella ferma condanna della Russia, nessun rapporto con loro, pieno sostegno all’Ucraina. Ancora ieri, il premier Draghi, aveva l’occasione per dirci qual è la strategia che ha coltivato, qual è la strategia che consegna a futura memoria per la soluzione del conflitto. Non abbiamo uno straccio di strategia”. Ha continuato Giuseppe Conte in merito ai rapporti con Russia e Cina. “Quando dopo tre mesi di guerra – ha aggiunto – ho chiesto al governo di venire in Parlamento, l’ho detto non per mettere in difficoltà Draghi ma perché era giusto che lui venisse a confrontarsi con i rappresentanti del popolo italiano, per condividere una strategia per uscire da questo conflitto. Abbiamo capito come ci siamo entrati ma qualcuno ci vuole dire come ne usciamo o no?”.
“Sulle sanzioni – continua Conte – sono stato molto chiaro, siamo stati favorevoli, erano necessarie e nello stesso tempo ritengo che non si possano ritirare fino a quando non si arriva a una svolta in senso negoziale e non si chiuda questo conflitto. Per quanto riguarda l’efficacia il dibattito è aperto. Sicuramente stanno facendo male anche a noi. Io la realtà la guardo in faccia, non prendo in giro gli italiani. Ma dire che le sanzioni stanno ammazzando la Russia e stanno favorendo noi non corrisponde pienamente alla realtà”.
E infine Conte ha posto l'accento sulle elezioni regionali in Sicilia “Che Renato Schifani si senta sereno lascia il tempo che trova. Il problema è che noi dobbiamo parlare ai cittadini e dare una prospettiva futura alla Sicilia e lo facciamo anche con i simboli. Noi abbiamo candidato Roberto Scarpinato, loro candidano al Governo della Sicilia una persona che nel migliore dei casi sarà impegnato a dividersi tra l’impegno politico e la difesa in un processo in cui è imputato, con ombre che vanno chiarite. Noi alla presidenza della Regione – ha continuato Conte – abbiamo candidato Nuccio Di Paola, che è una persona seria, ha dimostrato all’opposizione di volere bene a tutta la Sicilia. Contano i simboli, conta la realtà delle cose, conta la necessità di dare un segnale forte. Se vogliamo dare un futuro alla Sicilia questo non può non passare da una chiara scelta di campo in termini di legalità, lotta alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose e a tutte le forme di collusione. Nel centrodestra – ha osservato Conte – ci sono tre forze politiche che litigano su tutto. Quando poi c’è la prossimità delle elezioni riescono a mascherare queste divisioni. La loro è una finta unità che nasconde tantissime divisioni”.