Pubblicato il: 01/03/2024 alle 08:02
(Adnkronos) – Si sono accusati reciprocamente di essere responsabili della crisi migratoria, Joe Biden e Donald Trump che hanno duellato a distanza sul confine con il Messico dove entrambi ieri si sono recati in visita, confermando che quella dei migranti sarà una questione centrale delle prossime elezioni. Biden in particolare ha accusato l'ex presidente di spingere i repubblicani del Congresso a bloccare la legge bipartisan che darebbe altri 20 miliardi di dollari per la sicurezza sul confine, aumenterebbe gli agenti, introdurrebbe misure più severe per la detenzione e renderebbe possibile chiudere il confine. La legge stava per passare fino a quando Trump "è arrivato ed ha detto, non fatelo perché favorirebbe il presidente in carica", ha affermato Biden che ha esortato i membri del Congresso a mostrare "un po' di spina dorsale" e di indipendenza da Trump. "Ricordatevi per chi lavoriamo, per l'amor di Dio", ha continuato il presidente prima di rivolgersi direttamente al suo avversario: "Invece di fare giochi politici su questa questione, unisciti a me, o io mi unirò a te, nel dire al Congresso di approvare questa legge bipartisan sulla sicurezza del confine. Possiamo farlo insieme". "Questa è l'invasione provocata da Biden, gli Stati Uniti sono travolti dall'invasione criminale provocata da Biden. E' una nuova forma di feroce violazione del nostro Paese". Così, parlando da Eagle Pass, Trump ha però attaccato il presidente democratico che nello stesso esatto momento pronunciava anche il discorso al confine con il Messico, a Bronwsville, a 500 chilometri di distanza, confermando che il messaggio catastrofista e populista sulla questione dei migranti sarà al centro della terza campagna presidenziale del tycoon. Trump ha usato un linguaggio aggressivo nei confronti dei migranti, come ha fatto in passato quando li ha accusati di "avvelenare il sangue del nostro Paese", provocando un'ondata di critiche e polemiche di chi ha ravvisato un'eco della retorica nazista. "Sentiamo lingue nel nostro Paese che nessuno ha mai sentito – ha detto ieri descrivendo questa presunta invasione – sono veramente lingue straniere, nessuno le parla. Si riversano nel nostro Paese e portano con sé tremendi problemi, anche di natura medica, come sapete". Per la loro visita sul confine Biden e Trump hanno scelto località diametralmente opposte: il presidente è andato a Brownsville, roccaforte dem in Texas, che rappresenta il tradizionale approccio democratico al problema che bilancia sicurezza del confine e trattamento umano dei migranti. Mentre Eagle Pass è diventato il simbolo della sfida repubblicana alle politiche dell'amministrazione democratica, da quando il governatore Greg Abbott ha inviato la Guardia Nazionale per erigere una barriera di filo spinato, sfidando anche la Corte Suprema che ha riconosciuto che sono le autorità federali a gestire la sicurezza sul confine. Abbott ha accompagnato ieri Trump che ha lodato le politiche adottate dal governatore repubblicano contro "l'invasione" di migranti che ha descritto come violenti, "usciti da prigioni e ospedali psichiatrici. Mentre in realtà i dati federali mostrano che gran parte dei migranti fermati al confine non hanno precedenti penali. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)