Pubblicato il: 12/10/2023 alle 16:52
In una scuola elementare di Bari i genitori hanno chiesto il trasferimento da scuola per i figli perché ci sono “troppi stranieri” in classe. Ne parla il Quotidiano di Puglia. Gerardo Marchitelli, dirigente scolastico, ha spiegato: “È successo in una prima elementare nella quale ci sono sette alunni stranieri su venti. Ma cinque di loro sono nati a Bari, non hanno neanche un gap linguistico. Gli altri due sono nati in Georgia e in Bangladesh“. Marchitelli ha aggiunto che i genitori “sono venuti a chiedermi il cambio classe nei primissimi giorni di avvio dell’anno scolastico. Mi sono opposto e hanno provato a forzare il mio muro. Avendo capito la motivazione ho risposto che avrebbero avuto solo due strade, far restare i loro figli dov’erano o chiedermi il nulla osta per cambiare scuola”.
Nonostante ciò, il dirigente scolastico rifiuta che ci sia razzismo nell’istituto: “È un problema che c’è ovunque. C’è anche chi si preoccupa della presenza di un bimbo disabile perché secondo lui potrebbe rallentare la programmazione. I muri da abbattere sono migliaia”, sottolineando che “dopo questo episodio non ci sono più stati problemi”. Infine, la lezione del dirigente: “La parola straniero la scuola non la conosce, noi non siamo interessati al colore della pelle, per noi i bambini sono solo alunni”.
“Questi genitori dovrebbero tornare a scuola”
Duro il commento di Ludovico Abbaticchio, garante per i minori in Puglia: “La scuola è unica, aperta, accogliente, formativa ed educativa. Bene ha fatto il dirigente scolastico della Don Bosco a essere fermo e deciso nel dire no quando alcuni genitori hanno chiesto lo spostamento del figlio in altra aula perché in classe c’erano troppi bambini ‘dalla pelle nera'”. E ancora: “Questi genitori dovrebbero ritornare a scuola e imparare il valore del rispetto della persona, delle religioni e del vivere civile”.
Abbaticchio ha evidenziato che “il mondo delle istituzioni ha l’obbligo morale, culturale e legislativo di rendere sempre più alto il valore dell’integrazione sociale e culturale che parte dal valore del rispetto dell’essere umano”. Infine, “ci sono bambini di quell’età che capiscono e forse sanno parlare anche l’arabo o il francese, o altra lingua, così come l’italiano. Purtroppo esistono gli adulti, pochi per fortuna, che hanno bisogno da genitori di capire dentro di loro in che cosa stanno sbagliando e di come messaggi devianti possono essere fortemente diseducativi per i loro figli che stavano giocando liberamente con gli amici ‘stranieri'”.