Pubblicato il: 19/01/2024 alle 08:52
Il Regno Unito è sotto shock per il caso del piccolo Bronson Battersby, un bimbo di due anni morto di stenti accanto al padre Kenneth, stroncato da un infarto nella loro casa di Skegness, nel Lincolnshire, nord dell'Inghilterra. “Nessuno l'ha aiutato”, è la frase ricorrente sui media britannici per una vicenda drammatica avvenuta in una famiglia ai margini della società e per di più abbondata a se stessa dalle autorità che avrebbero dovuto aiutarla.
La tragica verità è venuta alla luce il 9 gennaio, quando sono stati ritrovati i due corpi senza vita, col bimbo raggomitolato vicino al padre, ma se ne sta continuando a parlare in questi giorni per la gravità della vicenda, i dettagli strazianti emersi dalla testimonianza della madre lontana, e dopo l'avvio di una inchiesta per fare luce sulle responsabilità delle forze dell'ordine. Un assistente sociale, come faceva di solito, era andato il 2 gennaio nella casa dei Battersby, per vedere il piccolo, considerato “vulnerabile” per i tanti problemi della sua famiglia aggravati dalla separazione dei genitori, ma nessuno gli aveva risposto. Ha quindi contattato la polizia ma non è intervenuta. Lo stesso è successo due giorni dopo.
I due corpi non sono stati trovati fino a quando sempre l'assistente sociale è riuscito a entrare nell'abitazione con una copia delle chiavi di casa. Nessuno quindi dei vicini ha sentito qualcosa, come i pianti del piccolo in cerca di aiuto, o casomai sono stati ignorati perché rientravano nella normalità. Secondo la ricostruzione dei media Bronson è morto per il tempo trascorso senza cibo e acqua: non si sa esattamente quanto dopo il decesso del padre 60enne avvenuto non prima del 29 dicembre.
La madre, la 43enne Sarah Piesse, è divorata dal rimorso per non essere stata col figlio quando ne aveva più bisogno, come ha raccontato al Sun. “Sono in un incubo vivente e non mi sveglierò mai”, ha dichiarato al tabloid. Aveva visto per l'ultima volta Bronson – uno dei tre figli della ex coppia affidato al padre – poco prima di Natale. “Non riesco a pensare ad altro, a lui che muore di fame, che allunga una mano”, ha detto, disperata, aggiungendo che il figlio è stato trovato a pochi centimetri dal frigorifero. E ancora: “I suoi ultimi momenti li ha trascorsi da solo e doveva essere molto assetato e affamato. Avrà pianto. Sarà stato così confuso”.
Nella sua commovente testimonianza, Sarah ha puntato il dito contro gli assistenti sociali, accusandoli di non aver fatto abbastanza. A suo avviso, nonostante il mancato intervento della polizia, avrebbero dovuto agire in modo più decisivo già il 2 gennaio, quando ancora, forse, il piccolo si poteva salvare. L'unico superstite in questo dramma familiare è il cane di famiglia, trovato deperito ma vivo. La vicenda di Bronson è arrivata fino ai massimi livelli istituzionali del Regno. Downing Street ha descritto la morte del bambino come “profondamente scioccante” e ha sostenuto appieno gli accertamenti e l'inchiesta avviati per comprendere come si sia potuto verificare un caso del genere. Mentre alla Camera dei Comuni è stato pronunciato un messaggio di condoglianze rivolto alla famiglia Battersby.(ANSA)