“Una delle cose che ci ha colpito nel corso dell’operazione è che i commercianti quando venivano avvicinati per pagare il pizzo divenivano accondiscendenti nel momento in cui veniva detto loro che i soldi servivano per mantenere i detenuti in carcere”. Lo ha detto il capo della Squadra Mobile di Caltanissetta Marzia Giustolisi, che ha condotto le indagini dell’operazione “La bella vita” che ha portato all’arresto di sette persone. “Ci sono sei o sette ipotesi di estorsione – ha detto il pm della Dda nissena Pasquale Pacifico – ma pensiamo che il fenomeno sia un po’ più ampio di quello che è emerso. Spaziavano dall’imprenditore edile alla ristorazione. Gli importi richiesti agli imprenditori non erano eccessivi ma costanti, parliamo di centinaia di euro al mese. C’è stato anche un tentativo di entrare in una di queste attività alle loro condizioni. Stiamo vagliando le posizioni di alcuni di questi imprenditori”.