Pubblicato il: 12/03/2024 alle 14:01
Una commerciante e il suo avvocato erano stati minacciati pesantemente da uno degli indagati dell'operazione Ianus (che ha portato all'arresto di 54 persone tra Caltanissetta, Agrigento e Reggio Calabria) soltanto perché la donna aveva fatto emettere un decreto ingiuntivo nei confronti della madre e della sorella dell'uomo. Le due donne, secondo quanto riferito in sede di denuncia dalla commerciante, infatti, avevano preso merce dal suo negozio per 3.500 euro ma senza pagarla. E così la donna si era vista costretta ad adire le vie legali. Cosa che aveva infastidito Giuseppe Domicoli, 42 anni, anche lui condotto in carcere dopo l'arresto. Domicoli dopo aver detto all'avvocato che la sua assistita non sapeva con chi si era messa, esortandolo a chiudere “tutte cose” entro l'indomani mattina, aveva minacciato di uccidere, in caso contrario i figli della donna. “Chista forse un sapi mancu cu cu si misi… gli dice che proprio domani mattina se ne va a chiudere tutte cose, pirchì iu ci ammazzu finu chiddi da naca”.
A seguire, le minacce di Domicoli erano state indirizzate anche nei confronti dell'avvocato al quale suggeriva “è per il bene di tutti', invitandolo a credergli quando gli dice che non può nemmeno immaginare quello che può accadere, “avvocato… io glielo dico per bene… per bene di tutti guarda… perché proprio lei neanche può sapere di quello che succede, mi creda a me…”. Ribadisce, poi, di essere Domicoli, dicendo all’avvocato che questo nome avrebbe dovuto essergli noto; quindi, lo invitava a raggiungerlo nella propria abitazione, puntualizzando che lui non poteva uscire in quanto sottoposto alla Sorveglianza Speciale. Infine gli aveva suggerito anche le parole da dire alla propria assistita, e cioè che è stato contattato da Giuseppe Domicoli, “quello che è uscito ora dal carcere”, invitandolo – nel tentativo di intimidirlo ulteriormente – a prendere informazioni su di lui dai suoi colleghi.