Pubblicato il: 20/06/2019 alle 10:01
Hanno scelto di saltare il “filtro” dell’udienza preliminare per l’inchiesta “Pandora” – tra l’altro prevista per stamattina – e andare direttamente davanti al Tribunale collegiale scegliendo il giudizio immediato. Scelta processuale col sapore del colpo di scena per Paolo Iannello, 67anni, ex capo dell’Ufficio tecnico comunale di San Cataldo e anche ex presidente del Consiglio comunale di Caltanissetta e per il figlio di questi Davide Francesco Iannello, 39 anni.
Come detto entrambi finirono nei guai all’esito del blitz dei carabinieri “Pandora”, che fece luce su presunte irregolarità negli appalti pubblici a San Cataldo e sull’attività di Cosa nostra nel comune della provincia nissena.
Corruzione l’accusa contestata a entrambi e c’è anche un’ipotesi di turbata libertà degli incanti per il solo Paolo Iannello; entrambi, avendo scelto l’immediato, dovranno comparire direttamente davanti al Tribunale collegiale il prossimo 24 settembre; a difenderli gli avvocati Michele Micalizzi, Francesco Augello e Antonio Impellizzeri. In questo modo viene così saltato un passaggio ed evitato anche un primo pronunciamento, sebbene il rinvio a giudizio da parte del gup non equivale certamente a una condanna.
Nel dettaglio Paolo Iannello avrebbe accettato, o comunque gli sarebbe stata promessa, una somma di circa3mila euro al mese per affidare alla ditta “Ecolgest” il servizio di rimozione dei rifiuti. Anche altre accuse di corruzione equella di turbata libertà degli incanti riguardano l’affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti a San Cataldo con la promessa di affidamenti di incarichi a Davide Francesco Iannello.
Oggi, intanto, prende il via davanti al gup David Salvucci l’udienza preliminare per coloro che hanno scelto il rito ordinario e cioè il maresciallo dei carabinieri Domenico Terenzio, 52 anni (difeso dall’avvocato Boris Pastorello), Alfonso Gaetano Ippolito, 52 anni, di Santa Caterina Villarmosa (difeso dall’avvocato Giuseppe Dacquì), Liborio Lipari, 38 anni (difeso dagli avvocati Rudy Maira e Salvatore Pirrello), Cataldo Medico, 67 anni (difeso dall’avvocato Boris Pastorello), Luigi Palermo, 55 anni (difeso dall’avvocato Gianluca Amico), e Salvatore Schifano, 56 anni (difeso dall’avvocato Giacomo Vitello), tutti di San Cataldo.
Secondo l’accusa sarebbe stato messo in piedi un vero e proprio sistema per favorire alcune ditte nell’aggiudicazione degli appalti, mentre per il maresciallo Terenzio le accuse riguarderebbero la rivelazione di notizie su indagini in corso a persone legate alla mafia.
In abbreviato sono attualmente imputati, davanti al gup, Luigi Vivacqua, 42 anni e Angelo Giumento, 38 anni, Gioacchino Chitè, 58 anni, Massimo Scalzo, 45anni, Salvatore Raimondi, 28 anni, Maurizio Di Vita, 49 anni, considerato uno dei vertici della cosca mafiosa di San Cataldo, Cristian Ivan Callari, 28 anni e Alessandro Scalzo, 42 anni, difesi dagli avvocati Giuseppe Dacquì, Gianluca Amico, Salvatore Baglio, Sergio Iacona, Dino Milazzo e Calogero Vinci. (Vincenzo Pane, La Sicilia)