Pubblicato il: 27/06/2018 alle 12:33
Come da consuetudine giornaliera, leggendo le testate giornalistiche online, sono stato attirato da un articolo pubblicato da Arialdo Giammusso, capo popolo di un fantomatico movimento
“PRIMADITUTTOINISSENI” di hitleriana memoria, prevedibilmente prossimo candidato a sindaco nelle prossime amministrative 2019. Il quale con esternazioni fuorvianti, deliranti e farneticanti, (più ne ho più ne metto) oltre ad offendere una intera città, disconosce il serio ed encomiabile lavoro svolto dalle nostre forze di Polizia, della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, con le quali da mesi partecipa anche la nostra polizia municipale. Questo personaggio in effetti andrebbe denunciato e perseguito perché costretti a subire le esternazioni Xenofobe, sotto forma di slogan da campagna elettorale.
Caltanissetta, è la città in cui risiede questo individuo, che equivoca il taser “dissuasore, arma in uso alla polizia statunitense che genera una scossa elettrica per rendere inoffensiva la vittima, e … ancora illegale in Italia” con il teaser.
Questo futuro costruttore dei prossimi campi di sterminio, afferma ripetutamente che “Caltanissetta è terra di nessuno vittima di continui gesti di inciviltà e spaccio che hanno trasformato il centro storico in un’area sempre più desolata in balia di spacciatori di droga e balordi” extracomunitari dediti allo spaccio”.
Da queste dichiarazioni emerge tutto lo squallore di un personaggio politico hitleriano, che trasuda un bassissimo e misero bagaglio culturale.
Se dovessimo assegnare l’oscar del peggiore individuo, la palma del peggiore spetterebbe certamente al “nostro” nuovo novello figlio della lupa di mussoliniana memoria “Giammusso”, il quale continua ad invocare la”pulizia etnica contro migranti e rifugiati, minacciando di andare all’assalto dei centri di accoglienza che ospitano i derelitti in fuga da guerra, terrorismo, fame e miseria.
Mentre alcuni dati della questura evidenziano che i reati da quando ci sono gli emigranti, non sono aumentati e i numerosi blitz delle forze dell’ordine hanno dimostrato che molti illeciti vengono consumati dai nostri conterranei, e che i migranti sono piuttosto le vittime o gli sfruttati.
Voglio ricordare, a questo squallido personaggio, nelle manifestazioni del presepe vivente, assieme ai valentissimi e insostituibili collaboratori del quartiere partecipavano attivamente anche validissimi migranti i quali grazie al loro impegno e alla loro affidabilità hanno rivestito ruoli di assoluta importanza (I Re Magi) dando splendore alla manifestazione.
Per difendersi, Caltanissetta e i nisseni non hanno bisogno di chi istiga l’odio razziale, di chi inneggia alla violenza e coltiva la cultura e i simboli del nazifascismo”. Creare falsi allarmi sta diventando il pretesto per rilanciare formazioni e culture che calpestano i principi della nostra Costituzione”. Caltanissetta negli ultimi tempi corre il rischio di essere invasa da gruppi o movimenti politici che, oltre a creare rischi di ordine pubblico, cercano di riesumare e celebrare le pagine nere della nostra storia. Puntiamo il dito contro chi produce la paura nei confronti dei migranti, seminando xenofobia e avversione razziale.
Contestiamo “Quanti innescano la paura nei confronti dei migranti, magari a sporchi fini politici, anziché costruire la pace, seminano violenza, discriminazione razziale e rancore“. Rimaniamo esterrefatti e colpiti dal clima di odio ed esasperazione che sta dilagando nel nostro paese grazie a questi miseri distributori di odio..
Questo irresponsabile usa qualsiasi pretesto per fomentare disprezzo e razzismo, invece di riflettere sulla realtà effettiva di quanto può essere accaduto. Qualsiasi circostanza sia negativa che positiva è diventata strumento di propaganda contro i migranti e motivo scatenante di una disumana e insensata rappresaglia che colpiscono persone innocenti.
Da oltre un anno, in modo continuo e palese, assistiamo su Caltanissetta a una tragica recrudescenza di atteggiamenti che ricordano le buie pagine del fascismo e spaziano dalla violenza di stampo squadrista fino alla criminalizzazione stessa della solidarietà. A prescindere dal modo in cui si manifesta questa inasprimento è pericoloso soprattutto perché incontrastata da una politica del tutto incapace di prendere posizioni nette che rifiutino ogni violenza, ma che anzi sembrano fomentarla.
Non possiamo dimenticare “quello che non vuoi per te altro non fare” i linciaggi, i proclami razzisti, le leggi restrittive che colpirono i milioni di italiani emigrati all'estero nel secolo scorso in cerca di fortuna, molti rimasero vittime di cieca violenza, per le colpe di altri.
I nostri siciliani erano considerati un'orda di selvaggi, brutti, sporchi e cattivi, da tenere a debita distanza, nei sudici ghetti delle grandi città. Dagli Stati Uniti all'Australia, passando per l'Europa, (Francia Germania), il sentimento xenofobo contro gli immigrati Siciliani dilagò come un fiume in piena nei primi anni del 1900, provocando significativi strascichi fino alla metà del secolo scorso.
A Torino nel 1968, nei negozi, nei ristoranti, nei Bar, nei Circoli, nelle locandine installate all’entrata di detti locali, si leggeva: (Vietato Entrare: Cani, Terroni, sopratutto i Siciliani)
In alcune città del nord titoli di giornali e proclami politici, bollavano i nostri connazionali siciliani come geneticamente tendenti alla criminalità, dunque pericolosi nel complesso, per la sicurezza civile.
Ricordando le umiliazioni subite dai nostri fratelli, diciamo basta, adesso a Caltanissetta è veramente arrivato il momento di fare qualcosa per mettere fine alla campagna di odio contro i migranti e punire i responsabili di questi comportamenti odiosi che oltraggiano i diritti umani che abbiamo conquistato nel tempo. Se non si agisce subito ripercorrendo la via del dialogo e dell'incontro interreligioso e interculturale, ben presto sarà veramente troppo tardi perché la violenza genererà soltanto ulteriore violenza in una città che necessita pace, comprensione e solidarietà. Occorre mobilitarsi in modo pacifico ma determinato per difendere il diritto alla sicurezza e alla vita di migranti e rifugiati.