Pubblicato il: 29/05/2014 alle 07:18
Nel giorno in cui il Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica (Cosp) torna a riunirsi per discutere di un nuovo allarme attentati al palazzo di giustizia di Palermo, nella sede dell'Ansa è stata recapitata una lettera di minacce al procuratore generale Roberto Scarpinato. Nella missiva si fa riferimento anche al “dirigente dei carabinieri del tribunale”.
Per gli inquirenti, l'arrivo del messaggio intimidatorio contestualmente al summit in Prefettura, per discutere dell'ennesimo potenziamento della vigilanza all'interno del palazzo di giustizia, sarebbe tutt'altro che casuale. Chi ha inviato la lettera, infatti – ne sono convinti gli investigatori – sapeva benissimo che oggi le forze dell'ordine, il prefetto, il procuratore della Repubblica e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando si sarebbero incontrati per decidere nuovi interventi.
Una riunione, quella del Cosp disposta, su input dello stesso Scarpinato, dopo le ultime rivelazioni di confidenti vicini alla criminalità organizzata, che hanno riferito in dettaglio di un progetto di attentato all'interno del tribunale.
“Attenzione è pronto un regalo scoppiettante per procuratore Scarpinato e dirigente carabinieri tribunale”, si legge nella missiva firmata P.R.A., sigla finora sconosciuta. Altra circostanza non casuale sottolineata dagli investigatori è la coincidenza del recapito della lettera nel giorno in cui in Procura generale si tiene una riunione tra Scarpinato e i pm che indagano sulla trattativa Stato-mafia. Il pool che conduce l'inchiesta da mesi è vittima di pesantissime intimidazioni.
Prima ci sono stati gli anonimi in cui, oltre a informazioni dettagliate su indagini in corso, venivano indicate con precisione le abitudini e gli spostamenti del pm Nino Di Matteo, poi le incursioni a casa di un altro magistrato del pool Roberto Tartaglia, infine le pesantissime parole del boss Totò Riina. Il capomafia, intercettato durante l'ora d'aria, per mesi ha lanciato minacce contro i magistrati palermitani e in particolare contro Di Matteo. Un'escalation grave che ha indotto a un potenziamento della scorta per tutti i magistrati minacciati e in particolare per Di Matteo sottoposto a misure di vigilanza straordinarie. E in questo contesto il Procuratore di Palermo ha deciso di chiudere ai non addetti ai lavori l'area del secondo piano del tribunale in cui si trovano gli uffici di alcuni pm della Dda.