Pubblicato il: 01/09/2019 alle 07:59
Prende il via da oggi anche nella provincia di Caltanissetta la pre-apertura della caccia: nei soli giorni 1, 4 e 5 settembre è stata autorizzata un’anticipazione eccezionale della stagione venatoria, che si aprirà ufficialmente il prossimo 15 settembre. In questi tre giorni saranno cacciabili solo tre specie di uccelli: colombaccio, gazza e ghiandaia. Ma attenzione: la caccia negli altri giorni, ad altre specie e con modalità diverse costituisce bracconaggio! Dunque divieto di caccia in tutti gli altri giorni e per le altre specie, compreso il coniglio (preda tradizionalmente ambita dalle doppiette siciliane), pena multe salate: la violazione di tali limiti costituisce contravvenzione penale ai sensi dell'art. 30 lett. a) della L. 157/1992, che prevede l'arresto fino ad un anno o l'ammenda fino ad € 2.582,00 per chi esercita la caccia in periodo ed a specie non consentite; la legge, inoltre, prevede che per i trasgressori il Questore disponga la sospensione del porto di fucile da caccia fino a tre anni. La caccia al coniglio rimane attualmente vietata: in funzione dell’esito del censimento ancora in atto nel territorio regionale, infatti, nelle prossime settimane l’Assessorato all’agricoltura emanerà un apposito decreto per consentirne un eventuale prelievo.
Ma non è tutto: nel periodo della preapertura è consentita solo la caccia “da appostamento”: in altre parole, il cacciatore non potrà andare in giro per la campagna alla ricerca della fauna ma dovrà star fermo e nascondersi dietro un capanno, in attesa del passaggio della selvaggina. Sono considerati appostamenti temporanei di caccia quelli costituiti da ripari di fortuna o da attrezzature smontabili di durata non superiore ad una giornata di caccia. Il Calendario, ancora, dispone che “è fatto obbligo al cacciatore di raggiungere l'appostamento di caccia con l'arma scarica e in custodia”, così come nei periodi e nei giorni nei quali non è consentito l'esercizio venatorio sono vietati il porto e l'uso delle armi da caccia.
In provincia di Caltanissetta la caccia è vietata nelle zone boscate del Demanio forestale, nei terreni in attualità di coltivazione (vigneti, oliveti, mandorleti, ecc.), nelle aree percorse da incendi e nelle dighe ed invasi artificiali “Cimia”, “Disueri” e “Comunelli”; inoltre è vietata in diverse aree naturali protette: nelle Riserve naturali (monte Conca; lago Sfondato; riserva geologica di contrada Scaleri; monte Capodarso e Valle dell'Imera meridionale; lago Soprano; Sughereta di Niscemi e Biviere di Gela), nell’Oasi di protezione e rifugio della fauna selvatica “Scala” e nei siti “Natura 2000” con vincolo di SIC e ZPS (rupe di Marianopoli e monte Mimiani, valle dell’Imera, torrente Vaccarizzo, monte Conca, pizzo Muculufa, rupe di Falconara); nella ZPS di Torre Manfria/Piana di Gela la caccia è vietata fino al 1° ottobre, successivamente potranno esercitate l’attività venatoria soltanto un numero limitato di cacciatori autorizzati dalla Ripartizione faunistico venatoria dell’Assessorato regionale.
“Il Calendario Venatorio 2019/2020 emanato dall’Assessore regionale on. Edgardo Bandiera – dichiara Ennio Bonfanti, Presidente del WWF Sicilia Centrale – per la prima volta ha tenuto in considerazione diverse disposizioni delle Direttive Comunitarie in materia ambientale ed i principi scientifici per la conservazione della fauna, accogliendo in molte parti il parere obbligatorio di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). All’Assessore va riconosciuto il merito di aver iniziato a gestire la materia con una maggiore autonomia dell'Amministrazione regionale, prima appiattita sui desiderata del mondo venatorio. Ma ciò non basta in quanto la caccia ai primi di settembre resta comunque di gravissimo danno ed impatto per gli animali selvatici: la tarda estate è un momento particolarmente delicato nel ciclo biologico di varie specie e molti giovani esemplari non sono ancora autonomi”.
Anche per questa stagione venatoria il WWF Sicilia Centrale invoca l’intervento delle Autorità competenti per attivare interventi di prevenzione e repressione della caccia di frodo su tutto il territorio provinciale: “è noto che l’attività venatoria spesso è occasione e motivo di illeciti atti di apprensione della fauna e di bracconaggio, anche per il diffuso e radicato disprezzo per le norme. A fronte di tale situazione – prosegue Bonfanti – nella nostra provincia la vigilanza venatoria istituzionale non è sufficiente, anzitutto in termini di personale coinvolto; purtroppo, inoltre, il territorio presenta vaste zone agricole scarsamente abitate e frequentate che non sono consuetudinariamente oggetto di presenza assidua delle FF.OO., comunque sempre più impegnate negli ordinari servizi urbani e con organici sempre ridotti rispetto alle svariate esigenze del territorio".