Pubblicato il: 24/12/2023 alle 11:05
(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Per ben tre volte era stata attivata la procedura del codice rosso ma, nonostante tutto, la procura aveva chiesto l’archiviazione. Alla fine è stato il gip a disporre l’imputazione coatta dell’indagato. Ogni valutazione spetterà poi al giudice dinanzi al quale dovrà presentarsi il presunto marito violento, un cinquantunenne nisseno (del quale volutamente si omettono le generalità, a tutela della moglie) che dovrà rispondere di maltrattamenti e lesioni aggravate. Ma soltanto perché lo ha voluto il gip Grazia Luparello che ha disposto l’imputazione coatta dell’indagato. Per la procura sarebbe stato un caso morto e sepolto, finito in una bolla di sapone.
Nove, e forse più, le aggressioni che la donna (assistita dall’avvocato Rosario Di Dato), una trentunenne – secondo i contenuti della sua denuncia – avrebbe subito dal marito, anche in presenza del loro figlioletto. La donna sarebbe stata costretta a subire di tutto, compreso lanci di piatti, posate, minacce, aggressioni fisiche e l’avrebbe apostrofata pesantemente in mille modi. Tutto nel segreto delle mura domestiche ma anche per strada. E lui se ne sarebbe infischiato se il loro figlioletto fosse presente. E quando la misura è stata colma, la donna, molto più giovane del marito (assistito dall’avvocato Sergio Messina), ha presentato più denunce a carabinieri e polizia. E a suffragare i suoi racconti, al momento della denuncia avrebbe prodotto, a dimostrazione, anche audio registrati e certificazioni.
Un inferno, quello che lei avrebbe vissuto in casa, così da indurla pure a promuovere nel marzo di quest'anno un giudizio di separazione e divorzio dinanzi al tribunale civile di Caltanissetta, procedimento tuttora pendente. E, come sottolineato dal suo legale «chiedendo l'addebito della separazione al marito per i gravi fatti denunciati quali causa, esclusiva, del fallimento del loro rapporto coniugale». Ma nonostante tutto la procura avrebbe ritenuto che le dichiarazioni rese dalla donna fossero «caratterizzate da una serie di discrasie ed incongruenze rispetto ad altri elementi acquisiti». Tra questi referti sanitari, relazioni di intervento e dichiarazioni rese da altre persone informate sui fatti. E lo stesso pm titolare del fascicolo, avrebbe pure rilevato «un rapporto conflittuale tra le parti ed un'instabilità umorale della moglie che avrebbe inciso nella serenità del rapporto coniugale».