Da sei mesi si prendono cura dei pazienti che arrivano in pronto soccorso e dei loro familiari rendendo le ore di attesa meno angoscianti. Sono le sette psicologhe, quattro di loro sono anche psicoterapeute, che lavorano all'interno del pronto soccorso dell'ospedale Sant'Elia. Un servizio un tempo impensabile e che adesso fa del pronto soccorso, guidato dal primario facente funzioni Salvatore Amico, un reparto all'avanguardia per quanto riguarda il processo di umanizzazione delle cure. A prendersi cura dello stato d'animo di chi arriva in pronto soccorso sono Melina Scebba, Camilla Di Virgilio, Chiara Giambra, Laura Bonaffini (psicoterapeute), Maria Chiara Runza, Laura Leonardo, Rita Ricotta (psicologhe).
"In 6 mesi sono state fatte 1.395 prestazioni – spiega il direttore del presidio ospedaliero Benedetto Trobia – e a molti dei pazienti, quelli che possono farlo, viene somministrato un questionario di gradimento. Il risultato è che il 99% dei pazienti si ritiene soddisfatto. Inoltre la quasi totalità dei pazienti sostiene che il servizio è notevolmente migliorato rispetto al passato, quando non esisteva l'assistenza psicologica. Questo risultato ci gratifica molto. Il nostro obiettivo è fare in modo che nessun paziente si senta solo. Il pronto soccorso spesso registra moltissimi accessi. I medici devono contemporaneamente monitorare diversi pazienti, fare visite, disporre esami e l’attesa può rivelarsi più lunga del previsto. Grazie all’assistenza psicologica l’attesa diventa meno snervante e angosciante e i pazienti hanno un nuovo punto di riferimento. Il servizio non si riduce alla sola assistenza psicologica. Tra le 1.395 prestazioni rientrano: le segnalazioni ai servizi sociali; il supporto dei pazienti psichiatrici; la mediazione tra familiari e medici quando purtroppo si devono comunicare brutte notizie; la gestione degli attacchi di panico; l’attivazione del codice rosa, dedicato alle donne e ai minori vittime di violenza; l’accompagnamento per le visite mediche; il supporto ai familiari per i pazienti in codice rosso; la mediazione tra il personale sanitario e il paziente o i familiari”.
E se il servizio sta funzionando lo si deve soprattutto al primario facente funzioni Salvatore Amico che ha rivoluzionato il pronto soccorso, attivando tutte le sale disponibili e coordinando alla perfezione il personale. “Consapevole del fatto che il benessere dell’uomo – ha dichiarato il dottore Amico – è il risultato del raggiungimento di un equilibrio tra la sua parte fisica e quella psicologica ho voluto integrare la mia equipe completandola con le figure degli psicologi e psicoterapeuti per dare vita a un servizio innovativo di accoglienza e supporto costruito ad hoc nell’ambito dell’emergenza. Il servizio è strutturato nell’ambito di un progetto che ho voluto fortemente insieme al dottore Trobia e supportato dalla direzione strategica oltre che dalla referente della psicologia ospedaliera Maria Vittoria Zito. Lo scopo è quello di creare un ponte di collegamento tra medici, infermieri, operatori sanitari con pazienti e familiari. L’obiettivo è quello di implementare l’umanizzazione delle cure. A tal proposito gli psicologi e gli psicoterapeuti, oltre ad occuparsi dell’accoglienza e del supporto dei pazienti e dei familiari dall’ingresso al triage, li accompagnano durante tutto il tempo di permanenza in pronto soccorso assicurando loro ascolto empatico e vicinanza emotiva, non tralasciando l’intervento clinico qualora necessario. Il target a cui è rivolto il servizio sono i pazienti che arrivano in pronto soccorso con particolare attenzione ai pazienti fragili, oncologici, psichiatrici, bambini e anziani”.