In meno di un anno sono stati ricoverati all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta ben tre casi di malaria acquisita all’estero. A tal proposito Seguo News ha intervistato il primario del reparto di Malattie Infettive, Giovanni Mazzola.
Come si ricorderà da notizie di cronaca recenti che hanno impressionato l’opinione pubblica, una giovane giornalista di 44 anni rientrando dalla Nigeria nei primi di gennaio del 2020, era deceduta ad Agrigento in seguito a questa grave infezione contratta in Africa. Come si manifesta la malaria e quanto è importante una diagnosi tempestiva?
“La malaria è causata da un parassita chiamato Plasmodio che viene trasmesso da uomo ad uomo attraverso la Zanzara Anopheles. Il parassita – spiega Mazzola – si riproduce all’interno dell’organismo umano distruggendo prevalentemente i globuli rossi e provocando gravi sintomi sistemici; inoltre il microorganismo (qualora non debellato tempestivamente con farmaci specifici) è in grado di coinvolgere tutti gli organi vitali fino al decesso del paziente. Ricordiamo che quasi la totalità dei casi in Europa sono da importazione mentre nel mondo, nel 2018, si sono verificati 228 milioni di casi con 405.000 morti tra Africa, Sud-est Asiatico, India, America Centrale e Sud-America.
Il primo caso ricoverato nel reparto di malattie infettive del Sant’Elia riguarda un architetto di 52 anni che per motivi di lavoro si era recato in Nigeria. Questo paziente – continua Mazzola – aveva contratto una grave forma di malaria da plasmodium falciparum per cui, al ritorno in Italia, aveva accusato febbre elevatissima con iniziale coinvolgimento cerebrale e insufficienza renale acuta grave, per cui è stato più volte valutato per essere sottoposto a dialisi. In seguito a una pronta diagnosi e all’inizio immediato della terapia antimalarica (reperita tempestivamente all’estero) il paziente è guarito in modo completo e definitivo.
Gli altri due casi sono recentissimi: un pilota di aerei di 65 anni che ha contratto il parassita in Gabon (dimesso dal reparto la settimana scorsa) e un impiegato dell’Eni di 52 anni rientrato dalla Nigeria, dove lavorava, tutt’ora ricoverato. Entrambi i pazienti sono risultati affetti da Plasmodium Falciparum con diagnosi effettuata dal laboratorio del Sant’Elia e confermata anche dalla microbiologia del Policlinico di Palermo. I pazienti sono stati trattati con i Farmaci anti Malarici raccomandati come prima linea di terapia dall’OMS, ottenendo una rapida progressione verso la guarigione completa.
Ricordo a chi deve recarsi in paesi in cui la malaria è endemica di effettuare la profilassi con i farmaci specifici seguendo le istruzioni del Ministero della Salute o dello specialista in Infettivologia. La profilassi che sottolineo, è necessaria, può avere degli effetti collaterali ma di solito è ben tollerata”.