Pubblicato il: 25/08/2018 alle 11:38
Perché disturbare Babbo Natale su una vicenda così importante che riguarda le sorti di ben 148 fra donne, bambini ed uomini, loro malgrado obbligati da giorni a vivere in termini di costrizione su una nave militare angusta, che comunque costituisce propaggine, in mare, del territorio nazionale?
Ci sarebbe da sorridere dinanzi alle incomprensibili esternazioni di due esponenti cittadini della Lega se, di contro, non ci si trovasse a doversi confrontare con un problema che concerne il destino di uomini e donne che hanno diritto ad una dignitosa prosecuzione della loro esistenza anche in terre per loro straniere, seppur nella difficoltà del momento.
Il Sindaco Ruvolo, con garbo e stile personale ed istituzionale, si è rivolto al vertice massimo nel settore, ovvero al Ministro Salvini, rappresentando la realtà della Città di Caltanissetta, che ha fatto da sempre dell’integrazione una delle regole di normale convivenza anche fra genti di etnia diversa (e non di razza). Non discostandosi dalle esperienze degli altri suoi predecessori, che pur nella diversità delle ideologie politiche di appartenenza, hanno gestito con equilibrio il tema dell’immigrazione.
Ha posto all’attenzione del Ministro, altresì, una ulteriore serie di tematiche, dalla reale infrastrutturazione del territorio nisseno e delle aere interne della Sicilia, alla possibilità di superare quell’isolamento territoriale e quell’isolazionismo culturale che contraddistingue, negativamente, ahinoi, questo nostro angustiato territorio.
Quanto sopra con un rispetto delle posizioni di tutti, ma soprattutto nel rispetto massimo del valore della vita, indipendentemente dal colore della pelle, nel segno di valori etici di rispetto della vita umana, che l’Alleanza condivide con il Sindaco Ruvolo, essendo convinti che Caltanissetta è, e resterà, una città moderata e solidale.
La farneticante posizione manifestata nei loro comunicanti stampa, forse con poco garbo istituzionale, dagli “Araldi” dell’antiaccoglienza della Lega, (nel Medioevo, pubblico ufficiale addetto alle corti dei sovrani o agli ordini cavallereschi, con mansioni di maestro delle cerimonie e di rappresentante del sovrano o del feudatario), stupisce ancor di più se si valuta come qualche Alfiere, oggi autorevole esponente del loro partito, qualche tempo fa, durante una campagna elettorale diversa, si sperticava a tessere le lodi dei centri di accoglienza privata ubicati nei comuni della Provincia Nissena.
Criticare è lecito e segno di libertà, ma quando lo si fa con toni moderati, ragionevoli e fondati su fatti concreti.
Il Sindaco Ruvolo, lo si ripete, in completa autonomia e libertà dimostrate nel tempo, anche e soprattutto nei confronti del Partito Democratico, ha posto una problematica rivolgendo un appello ad una Istituzione, e questo, riteniamo sia lecito, soprattutto se fatto all’insegna del rispetto dei ruoli, nell’intento di palesare un modo di essere e di pensare le relazioni umane, distinto ed improntato a concezioni, sociali e politiche diverse.
Addurre mancanza di sensibilità in capo al Sindaco Ruvolo nei riguardi dei cittadini nisseni è un'ulteriore inutile e bugiarda strumentalizzazione, laddove si rifletta che l’Amministrazione sostenuta da questa Alleanza, diversamente da quanto accaduto nel passato, ha investito ingenti risorse nelle politiche sociali, puntando sull’inclusione attiva anziché sul mero assistenzialismo.
Farebbero bene pertanto gli Araldi citati, a valutare più attentamente le parole contenute nello scritto del Sindaco Ruvolo, animate da vero senso istituzionale, allontanandosi da una voluta strumentalizzazione pre-elettorale e forse legata a smaniose contingenze di supremazia all’interno dell’area nella quale militano.
Si ritiene di non dover spendere ulteriori precisazioni su una strumentalizzazione elettoral-giornalistica su una vicenda drammatica che si commenta da sola e ritenendosi, piuttosto di riportare l’attenzione su una vicenda umana che purtroppo è ancora in atto, e che ci si augura giunga presto ad positiva soluzione.