Ancora furti al cimitero Angeli. Una catena che sembra non arrestarsi mai. Solo brevi periodi di apparente tregua, ma i ladri tornano presto a farsi vivi. Con cadenza praticamente costante.
Raid, quelli messi a segno, di sovente consumati in pieno giorno con una certa sfrontatezza. Ma, talvolta, anche di notte. Un po’ come sarebbe accaduto, nell’arco di breve tempo, in uno dei tanti casi di sparizioni segnalati al camposanto. In questa circostanza un visitatore, per due volte nel giro di poche ore, s’è ritrovato a pregare nella tomba di famiglia dove sono sepolti i suoi cari. Prima nel tardo pomeriggio, poco prima dell’orario di chiusura serale e, poi, v’è tornato nuovamente la mattina successiva, di buon’óra. E in questo lasso di tempo, con amarezza, si sarebbe accorto che qualcosa, tra la sera precedente e la mattina successiva, era sparita.
Sì, perché le piante sistemate all’esterno della cappella erano state letteralmente sradicate e portate via e anche un mobiletto era sparito all’esterno della stessa tomba.
Ma sarebbe soltanto l’ultimo dei furtarelli che lo stesso visitatore, con particolare rammarico, avrebbe scoperto nel recente passato. Lui, come altri che hanno segnalato spiacevoli episodi sullo stesso leitmotiv, sempre al camposanto.
Quello del taccheggio al cimitero Angeli, diffusissimo quello di fiori e piante rubati dai loculi, è un tema spiacevole, che si trascina da lungo tempo. In passato s’è registrata una impressionante sfilza di razzie di rame. Con ladri di “oro rosso” che, per rimediare soldi facili, senza scrupoli hanno smantellato tombe e grondaie. Problematica, questa della ruberia tra tombe, più volte segnalata ma che non è mai approdata a soluzione.
E, non di rado, chi subisce furti non denuncia neanche alle forze dell’ordine. Ma come un po’ tutti hanno rimarcato, quello che più amareggia non è il valore della refurtiva in sé – certo in caso di sparizione di rame v’è anche una questione economica – ma che si rubi dalle tombe, rendendo l’azione ancora più misera.