Pubblicato il: 30/01/2021 alle 13:16
"Cosa nostra continua ad essere l’organizzazione mafiosa di principale riferimento ed è infiltrata in diversi settore dell’economia. E’ presente nell’edilizia, nel movimento terra, nella raccolta e smaltimento dei rifiuti e dei relativi appalti, nell’agricoltura, grazie all’illecito accaparramento di lotti di terreni, anche demaniali, poi utilizzati per ottenere illecitamente contributi pubblici, oltre che nei settori tradizionalmente governati dalla criminalità organizzata, quali il settore del gioco e delle scommesse e del traffico illecito di stupefacenti”. E’ quanto emerge dalla relazione del presidente della Corte d'Appello di Caltanissetta, Maria Grazia Vagliasindi, illustrata in occasione dell’apertura dell'anno giudiziario. “Cosa nostra – si legge nella relazione – ha altresì straordinarie capacità di infiltrazione anche nei territori di altre Regioni (Lombardia, Lazio) oltre che in paesi stranieri (Germania, in particolare). Non meno significativa è la capillare attività di reimpiego di capitali provenienti da tali attività e, in particolare, dal traffico di sostanze stupefacenti e dall’attività estorsiva, che rimane la forma più diffusa di controllo mafioso dell’economia legale e del territorio, posta in essere non solo da Cosa nostra, ma anche dalla Stidda”. Come evidenziato dal Procuratore Generale Lia Sava e successivamente nella relazione illustrata dal presidente della Corte d’Appello, è soprattutto in occasione delle tornate elettorali, che si registra un “momento di fibrillazione per la messa a disposizione di pacchetti di voti al fine di appoggiare candidati ritenuti più avvicinabili, con l’evidente scopo di assicurarsi somme di denaro e altre utilità”.
A Gela oltre a Cosa nostra con le sue due fazioni che fanno capo al clan Rinzivillo e Emmanuello, sono presenti anche la Stidda e un altro gruppo autonomo facente capo a Giuseppe Alferi.
“Nel territorio della provincia di Enna, alla tradizionale ricostruzione che vedeva la presenza delle cinque storiche “famiglie” di “Cosa Nostra” (Enna, Calascibetta, Villarosa, Pietraperzia e Barrafranca), si contrappone da ultimo una situazione fluida, proteiforme, dove, assente una autorevole leadership a livello provinciale, emerge la forza egemone delle famiglie di Barrafranca e Pietraperzia, tra loro strettamente alleate, rimanendo in ogni caso elevato il livello di infiltrazione delle associazioni mafiose operanti nel territorio della provincia”.