Pubblicato il: 26/03/2017 alle 09:26
Chiusa l'inchiesta per i ventuno coinvolti nel presunto scandalo degli appalti al Comune e l’affare dei loculi cimiteriali. Dossier, nome in codice «Perla nera» che ha inglobato i nomi di dirigenti e funzionari comunali, imprenditori – sei dei quali colpiti da ordinanze di custodia cautelare con il beneficio dei domiciliari – e legali rappresentanti di società di mutuo rimasti indagati a piede libero. E sembra essersi ridimensionato quello che è stato ribattezzato dagli inquirenti come «sistema Salamanca», riferito a un funzionario dell'ufficio tecnico di palazzo del Carmine, almeno per la fetta dell'inchiesta che lo ha tirato in ballo per la realizzazione e la gestione di loculi al cimitero Angeli, costruiti da società di mutuo soccorso. Ora i sostituti procuratori Elena Caruso e Sofia Scappellato hanno ultimato la fase delle indagini preliminari a carico dell'ex dirigente del settore tecnico del Comune di Caltanissetta Armando Amico, del funzionario dello stesso ufficio Giorgio Salamanca, della figlia Giorgia Salamanca, di Daniele Silvio Baglio, funzionario del Comune di San Cataldo, degli imprenditori nisseni Calogero e Ivano Venniro, titolari delle imprese “2V Costruzioni Srl” e della ditta individuale Venniro Calogero, del costruttore sancataldese Salvatore Ficarra, il funzionario tecnico Salvatore Lanzafame e il tecnico, sempre dello stesso ufficio, Salvatore Longo, l'allora direttore del servizio cimiteriale di Caltanissetta Vito Di Palma, i rappresentanti legali di società di mutuo soccorso Angelo Bellomo, della “Regina Margherita”, Rosario Scancarello della “Mutua Società Cattolica Maria Santissima della Catena”, Giovanni Rivituso della Militari in Congedo, Salvatore Morreale della “Rosso di San Secondo”, Antonio Russo presidente Onlus “Anps sezione Calogero Zucchetto”, la poliziotti in congedo, l'imprenditore Pino Bonfante, titolare di una ditta di carpenteria metallica per l'appalto relativo alla realizzazione del parcheggio di via Medaglie D'Oro, per lo stesso lavoro anche Antonino Valenza (entrambi di Mussomeli) impiegato tecnico della “Gisero Srl”, ditta fornitrice delle strutture metalliche, l'imprenditore nel settore dei lavori stradali Calogero Cancemi, Salvatore Falzone titolare dell'omonima ditta di costruzioni, tirata in ballo per certificazioni “Soa”, Alessandro Giuseppe Gelso, amministratore e socio al 90 per cento della “Green & House”, coinvolto per lavori di giardinaggio e certificazioni Soa e Davide Iannello, figlio del dirigente pro-tempore dell'ufficio tecnico comunale di San Cataldo, anche in questo caso per certificazioni Soa. Ai 21 indagati (difesi dagli avvocati Alberto Fiore, Giuseppe e Francesco Panepinto, Raffaele Palermo, Michele Micalizzi, Antonio Impellizzeri, Davide Anzalone, Giuseppe Dacquì, Davide Schillaci, Daniele Osnato, Agata Maira, Vanessa Di Gloria, Giuseppe Iannello, Teresa Cocca, Paolo Palumbo e Danilo Colombo) vengono contestati i reati, a vario titolo e in concorso, di corruzione di pubblico ufficiale, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d'ufficio e falsità materiale commessa da pubblico ufficiale e falsità ideologica in atti pubblici. Stralciata la posizione del ragioniere generale del Comune, Claudio Bennardo (assistito dagli avvocati Giuseppe Panepinto e Giovanni Di Giovanni) nei confronti del quale la procura ha chiesto l'archiviazione.(Vincenzo Falci, l'articolo integrale sul Giornale di Sicilia di oggi)