Pubblicato il: 17/06/2019 alle 12:35
Il pubblico applaude a lungo “Il ratto di Proserpina” del laboratorio teatrale dell’IISS “L. Russo” di Caltanissetta, andato in scena 1l 29 maggio scorso alle 18.00 presso il Teatro Rosso di San Secondo.
Liberamente tratto da “il ratto di Proserpina” dello scrittore nisseno Pier Maria Rosso di San Secondo, la breve versione proposta, con l’adattamento e la regia di Giovanni Bartolozzi, i costumi di Ornella Dimarca, il coordinamento dei laboratori di Adriana Lachina ed Anna Mammano e il coordinamento generale del Dirigente scolastico, prof.ssa Maria Rita Basta, ha visto il coinvolgimento sul palco di ben 25 alunni provenienti dai quattro indirizzi dell’Istituto. Questi i nomi dei protagonisti: Elisa Sannino, Viviana D’Angelo, Alessandro Malia, Michele Madaffari, Francesco Lunetta, Flavia Lamarca, Angelica Lombardo, Sofia Di Maggio, Gessica Graglia, Cosmin Arama, Andrea Serrafino, Matteo Scarantino, Marco Vecchio, Aldo Violo, Tommaso Ricci, Vittorio Cassarà, Michele Vancheri, Andrea La Fisca, Matteo Di Prima, Carlo Rotondo, Evelyn D’Antona, Paola Petrantoni, Noemi Pirrello, Francesca Sardo, Sofia Vecchio. Uno splendido cameo quello offerto dal prof. Oscar Dell’Aira nei panni di un insegnante. Alcuni dialoghi sono stati proposti in dialetto nisseno.
“Il ratto d Proserpina” può probabilmente essere considerata l’opera conclusiva e riassuntiva di tutta la lunga attività di drammaturgo di Rosso di San secondo. Scritta negli anni ’40, è stata più volte rivisitata e rielaborata fino agli ultimi anni della sua vita. Opera di difficile rappresentazione, per la complessità del testo, il numero dei personaggi e l’insieme delle tematiche e dei miti proposti, è stata messa in scena pochissime volte. L’autore non ha potuto, infatti, mai assistere alla rappresentazione dell’opera, né ha mai partecipato alla stesura definitiva della sua messa in scena. È forse l’opera in cui, più che in altre, Rosso di San Secondo manifesta la nostalgia per la sua terra, cita più volte l’abbondanza di frutta, parla del cielo setoso e dell’aria fine, del torrone di Caltanissetta. Ma allo stesso tempo ci mette di fonte al fatto che l’unica scelta per rincorrere il successo è quella di andare altrove. Così Proserpina, come aveva fatto lui, sceglie di andare via, anche perché di mezzo c’è l’innamoramento con Plutone, ricco banchiere americano, ex proprietario delle miniere del territorio nisseno.