Pubblicato il: 20/09/2023 alle 08:34
(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) In due lo avrebbero diffamato con uno striscione e locandine, gli altri no. Lo ha stabilito la sentenza nei confronti di quattro imputati, finiti in giudizio perché accusati di avere denigrato un ex consigliere comunale sull’onda di una vicenda legata alla costruzione di alcune villette da parte di una coop, fatti poi finiti in un’aula giudiziaria. E adesso, per la presunta diffamazione ai danni del sessantenne Riccardo Rizza (assistito dall’avvocato Giuseppe Panepinto), sono stati condannati alla pena di 800 euro di multa ciascuno e il pagamento delle spese processuali, il cinquantottenne Salvatore Pastorello e il ventiseienne Alessio Lo Dico. Ma non è tutto. Sì, perché dovranno anche risarcire la parte civile, ossia lo stesso Rizza, secondo l’entità che stabilirà poi il giudice civile.
Assolti, di contro, altri due imputati, ossia il cinquantaquattrenne Angelo Gallo e il cinquantaseienne Salvatore Vullo per «non aver commesso il fatto». Tutti e quattro (assistiti dagli avvocati Walter Tesauro, Michele Ambra, Rosalba e Giuseppe Impaglione) sono stati chiamati a rispondere dell’ipotesi di diffamazione in concorso. Sullo sfondo, la vicenda legata alla realizzazione di alcune villette da parte della cooperativa «Doimo 87», di cui lo stesso Rizza – in passato anche commissario straordinario dell’Istituto autonomo case popolari – era presidente. E per questa storia è stato poi tirato in ballo per estorsione, con Pastorello, a ruoli inversi, in quel caso nella veste di parte civile. parentesi processuale, quest’ultima, ancora in corso.
È per ripicca che poi sarebbero stati affissi uno striscione e qualche locandina nella zona di un noto locale. Scena che sarebbe stata ripresa pure dalle telecamere di sorveglianza. Secondo la tesi accusatoria, lo stesso Pastorello – che a sua volta è stato poi presidente della stessa coop edilizia – sarebbe stata un po’ la mentre, gli altri il braccio. «Riccardo Rizza sei un ladro, vergognati e vergogna per chi ti sostiene… che schifo», le offese riportate su quel cartellone e rivolte all’ex consigliere.