Liti tra moglie e marito, liti tra ex coniugi, liti tra genitori e figli, ma anche liti tra vicini di casa. Questo il quadro che si trovano ad affrontare quotidianamente le forze dell’ordine in questa calda estate nissena con decine di interventi. A chiamare il 113 o il 112, di volta in volta, sono figli contro genitori, mogli contro mariti, ma anche il contrario e coinquilini che si odiano. Svariati i motivi per cui fare ricorso alla Polizia: tra i più banali, che scaturiscono in veri e propri isterismi, problemi di convivenza, incomprensioni irrisolvibili dentro il nucleo familiare e dispetti più o meno odiosi di qualsiasi natura tra dirimpettai. Per gli agenti ricostruire il quadro delle più svariate situazioni in cui sono chiamati a intervenire non è proprio semplice. Poliziotti e carabinieri devono sentire le ragioni dei litiganti, comprendere i punti di vista di persone esagitate e cimentarsi in opere di mediazione e convincimento rendendo edotte le parti delle rispettive facoltà di legge. Durante l’intervento al poliziotto capita soprattutto di dover mediare e di fare da arbitro fra le parti in causa. In casi gravi, con la presenza di minori in casa che hanno subito o assistito a episodi di violenza, può seguire una segnalazione ai Servizi Sociali e/o al tribunale per i Minorenni. L’uso della forza è richiesta solo in pochi casi. In questo tipo d’interventi l’arrivo delle forze dell’ordine in genere funziona da deterrente per il proseguimento della lite, anche se a volte è solo un’interruzione temporanea e la pattuglia è costretta a ritornare poco dopo per una seconda visita.