Sei medici sono stati raggiunti da avviso di garanzia per la morte del giornalista nisseno Lino Lacagnina, deceduto a 74 anni dopo un delicato intervento programmato di riparazione dell'aorta addominale. Si tratta di tre chirurghi vascolari, due anestesiste del blocco operatorio e un radiologo che allo stato sono indagati. Si tratta, allo stato, di un atto dovuto in seguito alla querela presentata dalla famiglia del giornalista assistita dagli avvocati Vincenzo Toscano e Aldo Bellomo. Il pm Simona Russo ha aperto un fascicolo di indagine ed è già stata fissata la data dell'autopsia per martedì 7 marzo. I familiari di Lino Lacagnina chiedono di sapere se la morte del loro congiunto era evitabile. Secondo quanto raccontato dai familiari sarebbe stato prospettato un intervento di poche ore durato poi 9 ore in tutto. Ed è per questo che chiedono di sapere se l'intervento, realizzato con una nuova tecnica e consigliato al paziente, sempre secondo quanto affermano i parenti, sia stato eseguito corettamente. Domande alle quali si tenterà di fare chiarezza con l'esame autoptico.