Pubblicato il: 29/01/2023 alle 12:37
Il tema dei tempi di attesa al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Elia è stato affrontato questa mattina nel corso del programma Tony Accesi, condotto da Tony Maganuco, con il commissario straordinario dell'Asp di Caltanissetta Alessandro Caltagirone, il quale ha affermato che "Il pronto soccorso è soggetto ad accessi che hanno una variabilità incredibile. Ci sono dei momenti in cui sono limitati e le persone sono soddisfatte delle tempistiche, e mi capita di incontrare gente che si complimenta per le prestazioni, ci sono momenti in cui c'è un numero elevatissimo di accessi. I picchi non si possono prevedere. Per quanto riguarda l'oncologia liste d'attesa non ce ne sono. E' ovvio che nel momento in cui diamo priorità ad esami di natura oncologica rallentiamo su altre. Quelli che soffrono le liste d'attesa sono gli esami programmabili o differibili, perché diamo priorità all'urgenza. Le strutture accreditate con l'Asp sono un organo dell'Asp stessa e quindi possono anche recarsi, per esempio, alla Regina Pacis. Io non posso obbligare un medico a rimanere oltre il suo orario di servizio ma è il medico a decidere se vuole fare prestazioni aggiuntive".
Il sindaco Roberto Gambino, ospite in trasmissione ha posto una domanda a Caltagirone riguardante i medici di famiglia. "Il periodo covid – ha detto Gambino – ha autorizzato i medici di famiglia a ridurre gli accessi negli ambulatori e mandare le ricette on line ma questo ha aumentato l'accesso dei codici bianchi in pronto soccorso. E spesso chi ha un malore, anche non grave, se ne va in pronto soccorso. I medici di famiglia, in questo momento, non potrebbero riprendere a riaprire gli studi e a visitare come facevano prima? Chi se ne deve occupare? Se si potenzia la medicina territoriale si evita di intasare il pronto soccorso. Perché non è il pronto soccorso a dover sopperire ai problemi della città. Secondo me si dovrebbero autorizzare nuovamente i medici di famiglia ad aprire gli studi".
Questa la replica del commissario Caltagirone: "I medici di famiglia hanno un contratto di natura diversa, non sono dipendenti Asp, hanno la loro autonomia. Il sindaco ha detto una cosa giusta, manca la cultura dell'accesso al medico di famiglia. Chi ha un problema spesso si rivolge direttamente al pronto soccorso. Tutte le persone che arrivano con codici bianchi o verdi devono comunque essere gestiti ma si toglie del tempo a problemi più gravi. E' ovvio che deve implementarsi questo connubio tra paziente e proprio medico e, quindi, ha ragione il sindaco a dire che i medici di medicina generale dovrebbero tenere testa sul territorio a quelle che sono le esigenze della popolazione. Il punto è che possiamo esplicitare la nostra attività di controllo su quella che è l'attività di medicina generale e chiedere l'orario di accesso al pubblico, ma non possiamo dire al medico di medicina generale in quali giorni deve aprire al pubblico perché hanno una loro autonomia".