Pubblicato il: 22/02/2025 alle 10:44
Da Mamma Carolina, comunità penale minorile della cooperativa Etnos di Caltanissetta, i giovanissimi affrontano il loro percorso di rinascita conquistando giorno per giorno non solo la libertà ma anche i sani valori che li accompagneranno una volta fuori. Quattro su sette dei ragazzi ospiti della comunità hanno ottenuto la messa alla prova o l'affidamento ai servizi sociali all'interno di un piano educativo individualizzato che consentirà loro, una volta terminato positivamente il percorso, di ricominciare la loro vita senza più precedenti alle spalle. L'attività è stata stabilita di concerto con l'Usm, Ufficio Servizio Sociale per i Minorenni e tiene conto delle attitudini dei ragazzi. Uno di loro ha compiuto 18 anni da poco. Anthony Morciano, di Messina, ha deciso di metterci la faccia e raccontare il suo percorso e dare il buon esempio a giovani come lui che vogliono crescere e migliorare. Anthony era un poliassuntore. Già giovanissimo era dipendente da più sostanze stupefacenti. Ma il suo percorso in Mamma Carolina è stato esemplare. Da solo, con le sue stesse forze e con l'aiuto degli operatori della comunità Anthony è riuscito a disintossicarsi risultando sempre negativo al controllo. “Sto facendo il tirocinio a Radio Opportunity – racconta il diciottenne – affianco gli speaker e la regia. Poi faccio animazione dai nonnini della casa di riposo. Li faccio giocare, divertire. Sono come i bambini, mi piace stare con loro”. Anthony adesso fa vita regolare e ha ripreso peso. “Quando sono arrivato – dice – pesavo 53 chili, adesso 68. Mangio e dormo regolarmente e faccio vita sana. Stando qui ho capito di aver sbagliato e non tornerei mai alla mia vita di prima. Voglio lavorare, qualsiasi lavoro, basta che mi mantengo in maniera onesta. A breve avrò pure un nuovo fratellino e quindi non vedo l'ora di uscire e tornare nella mia Messina. Certo gli operatori e i ragazzi mi mancheranno tutti perché si diventa come una famiglia”. Altri tre ragazzi della comunità, ancora minorenni – e quindi non è possibile rendere noto nemmeno il nome – stanno facendo il loro percorso di reinserimento nella società. Due di loro sono egiziani. Arrivati in Italia come minori stranieri non accompagnati non hanno trovato una guida e alla fine hanno sbagliato rendendosi autori di furti. Adesso, da quando sono inseriti in comunità, si sono iscritti ai corsi di alfabetizzazione per imparare l'italiano e a loro volta hanno ottenuto messa alla prova e affidamento ai servizi sociali. Curano l'orto sociale e si dedicano ad altre attività per responsabilizzarsi e aprirsi la strada per una vita nuova. Infine un altro loro coetaneo, appena tornato dalla scuola professionale, dove si sta appassionando al settore ristorazione, racconta felice la sua eperienza. Prima aveva scarsa tolleranza alla frustrazione e si arrabbiava per nulla. Adesso abbraccia il suo coetaneo egiziano e racconta come sta cambiando la vita. Tra i ragazzi di Mamma Carolina non esiste il razzismo. L'integrazione tra culture è la normalità. All'interno della comunità la musica neomelodica si alterna alla musica araba e se capita si fa anche un pranzo multiculturale. Sotto gli occhi orgogliosi degli operatori che ogni giorno condividino momenti di vita con loro.