Pubblicato il: 03/03/2024 alle 16:50
(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Voleva strozzarla. Ma stavolta non lo ha perdonato. Lei aveva già “graziato” il marito per i maltrattamenti subiti in passato da lui. Era stato pure arrestato e condannato per questo, ma poi sono tornati insieme dopo il perdono di lei. Questa volta no. Prendendo il coraggio a due mani s’è presentata in questura per denunciarlo. Lui che, peraltro, da oltre quattro mesi si trovava ai domiciliari per spaccio di droga. E, con la procedura d’urgenza legata al codice rosso, il presunto marito violento ora è stato arrestato e rinchiuso in carcere.
Ma nei giorni trascorsi tra la denuncia e l’arresto di lui, la donna e due sue figliolette hanno vissuto in una stanzetta di una canonica. Perché il marito era agli arresti domiciliari dopo esser stato sorpreso, nell’ottobre scorso, con un etto e mezzo di cocaina. Ora un trentatreenne, M.P.G. (assistito dall’avvocato Ernesto Brivido) è stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere a firma del gip David Salvucci. È rinchiuso in una cella del «Malaspina» per maltrattamenti alla moglie, di un paio di anni più giovane di lui.
È una storia già vista, quella vissuta adesso dalla coppia. Sempre negli stessi ruoli: lei di vittima, lui di vessatore. E pure manesco. Sì perché nel maggio di due anni fa lui è stato arrestato per maltrattamenti e minacce alla moglie. Sempre lei. Allora è stato arrestato mentre, per strada, la stava inseguendo a piedi strillandole contro «ti ammazzo pu…!». La donna, ferita alla testa, teneva per mano la figlioletta in lacrime.
Poi ha raccontato ai poliziotti i motivi di quell’aggressione, spiegando che la bambina, accidentalmente, aveva staccato la spina del televisore. E lui sarebbe andato su tutte le furie prendendo prima a schiaffi la piccola, urlandole «ti ammazzo», poi si sarebbe scagliato contro la moglie corsa in aiuto della figlia. E per questa aggressione è stato arrestato e poi condannato. Ma la donna, nonostante tutto, lo ha perdonato. Ma adesso il copione si è ripetuto. Nuove aggressioni. Altri maltrattamenti. Fino a metterle le mani le mani a collo, stringendole per soffocarla. Altre botte e angherie che l’hanno spinta a dire basta.
Così si è presentata in questura e lo ha denunciato. Gli stessi poliziotti l’hanno poi accompagnata in ospedale perché la refertassero. Il resto lo hanno fatto le indagini, chiuse in tempi brevissimi per la pericolosità della situazione. E ora il disoccupato è rinchiuso in cella in attesa dell’interrogatorio di garanzia.