Pubblicato il: 23/06/2020 alle 12:36
Un’assoluzione e due condanne ridotte perché la Corte d’appello ha inquadrato il reato in tentata truffa e non più in truffa consumata, dichiarando anche la prescrizione per alcuni episodi. Dice questo la sentenza di secondo grado per la vicenda legata alla costruzione di alcune villette in via Padre Scuderi. La Corte d’appello ha ridotto a la pena a 1 anno (rispetto ai 2 anni e 10 mesi del primo grado) per l’ex consigliere comunale del Pd Angelo Scalia (58 anni), e a 3 mesi per l’ex presidente della coop “Todesca” (proprietaria del terreno in cui sorsero le villette) Gianluca Maria Vitalizio, 45 anni (in primo grado la pena era stata di 1 anno). Assolta invece dall’accusa di ricettazione (la sola che le veniva contestata) la moglie di Scalia, Rita Pasqualina Cravotta, 54 anni. La Procura Generale aveva chiesto la riduzione della pena a 1 anno e 4 mesi per Cravotta e la conferma delle altre due condanne.
La vicenda venne a galla dopo la denuncia di alcuni soci della cooperativa “Todesca”, che aveva avviato il progetto per realizzare dieci alloggi in via Scuderi all’inizio degli anni 2010. La realizzazione degli alloggi era stata affidata ad un'altra società, la "Area", che in realtà sarebbe stata di fatto fittizia in quanto priva di struttura organizzativa, personale e mezzi. Le irregolarità, secondo l’accusa, consisterebbero nell'avere affidato i lavori alla "Area", alle presunte questioni di conflitto di interessi e presunte distrazioni di fondi per i lavori. Questo perché, sempre secondo l’accusa, alcuni materiali e attrezzature sarebbero stati utilizzati per la costruzione della villa di proprietà di Scalia, procurando un danno alla coop "Todesca". Rita Cravotta, invece, pur sapendo che la villetta era stata realizzata in modo irregolare, avrebbe acquistato comunque il bene dal marito nel maggio del 2013. Accusa ora caduta.
Gli ex soci della cooperativa, parte civile con l’avvocato Giacomo Vitello, verranno risarciti, ma i giudici hanno revocato la provvisionale immediatamente esecutiva da 150mila euro. Gli avvocati difensori Antonio Impellizzeri, Walter Tesauro (legali di Angelo Scalia), Michele Ambra (difensore di Vitalizio) e Massimiliano Bellini (che assiste Cravotta) avevano chiesto l’assoluzione sostenendo la regolarità delle operazioni. Se ne riparlerà in Cassazione.
Vincenzo Pane, La Sicilia