Pubblicato il: 01/06/2024 alle 18:18
(Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia) Il capomafia e la moglie tornano alla sbarra. Loro due, in appello, per rispondere anche di due omicidi. Con loro, altri diciotto imputati – cinque dei quali assolti in primo grado – che dovranno difendersi dalle accuse, tra l’altro, di mafia, pizzo e armi. Tutti coinvolti, nel settembre di tre anni fa, nella maxi retata, nome in codice «Chimera», messa a segno dai carabinieri che hanno inferto un durissimo colpo alla famiglia mafiosa di Mazzarino.
In venti andranno al cospetto della corte d’Assise d’Appello, a cominciare dal sessantunenne capomafia della Stidda, Salvatore Sanfilippo e la moglie Beatrice Medicea, 58 anni già condannati all’ergastolo, in primo grado per due lupare bianche. La prima nel giugno del 1984 con la scomparsa di Benedetto Bonaffini, l’altra nell’agosto del ’91 con l’uccisione di Luigi La Bella.
Con loro torneranno sul banco degli imputati la figlia, Maria Sanfilippo, 35 anni, assolta in primo grado,
il nipote del boss, Paolo «Siviglia» Sanfilippo, Gianfilippo Fontana di 53 cognato del capomafia, Girolamo «Mimmo» Bonanno, 47 anni, Emanuele Brancato di 41, Massimiliano Cammarata di 47, Luca Guerra di 33, la sorella, Valentina Guerra di 31 e Grazia Minischetti di 51 – gli ultimi quattro già assolti – Silvia Catania di 33, Paolo Di Mattia, 31 anni, Salvatore Di Mattia di 27, Marco Gesualdo, 34 anni, Salvatore Giarratana di 37, Giuseppe Morgana, 27 anni, Melina Paternò di 47, Salvatore Adamo Sanfilippo, 50 anni e Salvatore Strazzanti «U torinese» di 47.
I venti imputati (assistiti dagli avvocati Carmelo Terranova, Agata Maira, Giada Faraci, Martina Petrantoni, Flavio Sinatra, Vincenzo Vitello, Giampiero Russo, Giacomo Ventura, Adriana Vella, Attilio Villa, Giuseppe Piazza, Gaetano Giunta, Sergio Anzaldi, Gaetano Lisi, Elisa Gatto e Raffaele Minieri) condannati con pene che vanno da un minimo di 2 anni a un massimo di 17 anni e 4 mesi, sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni sia consumate che tentate, armi e traffico di droga aggravati dal metodo mafioso. (*VIF*)
Parti civili (assistiti dagli avvocati Giuseppe Panepinto e Giuseppe Laspina) il nisseno Giuseppe Campisi e il ministero dell’Interno.
Altri trenta imputati sono attualmente sotto processo in tribunale, con il rito ordinario, ma per loro è ancora il primo passaggio in aula.