Pubblicato il: 22/02/2014 alle 10:55
Il popolo No Muos ha sceltole strade di Caltanissetta per gridare la sua rabbia contro gli Yankee. Erano molti, ma non erano tantissimi. Le stime della Questura e degli organizzatori sono coincise nei numeri: oltre 200 manifestanti del comitato No Muos stanno sfilando per le vie di Caltanissetta, dopo il concentramento in piazza Falcone-Borsellino. Giovani, adulti, studenti, anziani, una delegazione delle mamme di Niscemi, attivisti dei centri sociali di Palermo e Catania e della Federazione Anarchica Siciliana, altri provenienti da Ragusa oggi si sono ritrovati nel capoluogo nisseno per ribadire il proprio “no” alle tre antenne satellitari già installate nella base Usa di Niscemi. Il corteo è diretto verso piazza Garibaldi, deve arrivare fino alla Prefettura – dove i promotori terranno una conferenza stampa – ed è scortato da poliziotti e carabinieri in tenuta antisommossa. “Il movimento non si arresta” campeggia su uno degli striscioni tenuto dai manifestanti che così protestano contro l'arresto degli attivisti No Muos che nei mesi scorsi hanno attuato gesti dimostrativi all'interno della base americana.
Massima allerta da parte delle forze dell'ordine, anche se al momento non si sono registrate tensioni. Toni durissimi, invece, vengono usati nei volantini diffusi ai cittadini. Veri e propri atti d'accusa contro le istituzioni per avere dato il via libera alla costruzione delle antenne. “La Questura, la prefettura e la Procura del capoluogo nisseno si stanno rendendo complici di scelte scellerate ed antidemocratiche – è scritto in un volantino a firma del Comitato No Muos di Caltanissetta – in nome di un rispetto delle leggi che vale solo in una direzione, non avendo mai colpito i responsabili delle illegalità commesse nell'iter che ha condotto alla costruzione delle parabole della morte a Niscemi”. Durante il corteo il movimento No Muos ha raccolto le adesioni per attivare gli autobus che condurranno tutti i manifestanti a Niscemi, in occasione della manifestazione nazionale che si svolgerà il prossimo 1 marzo.
In un altro documento diffuso dagli attivisti No Muos, vengono sintetizzati i motivi dell'illegittimità del Muos e le responsabilità della sua costruzione. “Sicuramente della Regione Siciliana – dicono gli attivisti – con le sue autorizzazioni e il balletto delle revoche e contro-revoche. Sicuramente del Governo nazionale che ha sottoscritto trattati internazionali ai quali non era stato autorizzato appropriandosi di competenze del Parlamento. Sicuramente della Soprintendenza di Caltanissetta che ha concesso un nulla osta “inspiegabile”. Sicuramente dell'Azienda foreste demaniali con il proprio nulla osta altrettanto “leggero”. Sicuramente del prefetto di Caltanissetta che, come apprendiamo dai file di Anonymus, mentre i lavori erano sospesi, brigava con Governo Nazionale, Regione, Governo statunitense perché i lavori non si interrompessero e progredissero. Sicuramente della Questura di Caltanissetta che ha scortato in cantiere gli operai della ditta priva di certificazione antimafia, sanzionando chi protestava. Sicuramente di chi non ha vigilato sulla correttezza delle autorizzazioni e legittimità dei lavori”.
Fin qui le accuse rivolte agli “imputati” dal movimento No Muos, mentre chi pagherebbe gli effetti collaterali di queste “colpe” sono “le attiviste e gli attivisti per essersi opposti e puntato il dito contro chi calpestava il diritto, mettendo in pericolo la salute, l'incolumità, l'avvenire, l'identità culturale di un territorio pur di costruire una criminale base di guerra degli Usa! Sono tantissime le persone multate e denunciate perché si opponevano. Contro di loro anche una campagna di autentica intimidazione che serve a sfiancare e a indebolire la protesta. Terrorista – conclude il documento – è chi è devasta, deturpa e militarizza i territori!”.