Pubblicato il: 12/09/2024 alle 11:44
“Quanto accertato in questa operazione conferma l’erroneità del concetto di ‘mafia liquida’ e di una Cosa Nostra che fa solo affari non curando l’apparato militare. E’ dagli anni Novanta che non mi capitava di vedere un così ingente quantitativo di armi sequestrato durante un’operazione. Si tratta di tre fucili mitragliatori, di cui due kalashnikov, 8 fucili e 9 pistole, più circa 2mila munizioni”. Così il procuratore capo di Caltanissetta Salvatore De Luca in apertura della conferenza stampa sull’operazione “Lua Mater” che ha portato all’esecuzione di 13 misure cautelari nell’Ennese, tra Regalbuto e Pietraperzia. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, favoreggiamento personale aggravato, detenzione e porto abusivo di armi comuni, armi clandestine e da guerra “Il dato è inquietante – continua De Luca – perché il kalashnikov se ben usato ha una forza tale da riuscire a bucare anche le blindature. Quale fosse l’utilizzo potenziale di questi kalashnikov si dovrà accertare ma desta una certa inquietudine. Questo è uno dei distretti d’Italia in cui la criminalità organizzata ha più armi, sicuramente in rapporto alla popolazione. I due depositi di armi sono stati rinvenuti uno a Pietraperzia e l’altro a Regalbuto, piccoli centri da 7mila abitanti l’uno. Bisognerà accertare il perché di tutte queste armi. Il primo dato certo è che la Procura e le forze di polizia giudiziaria hanno esercitato un controllo sul territorio che ha impedito gravi fatti di sangue. Ed è per questo che bisogna prestare sempre la massima attenzione alle dinamiche di Cosa Nostra. Si conferma che la Procura di Caltanissetta non si occupa solo dei filoni di indagini sulle stragi del ’92 ma anche delle dinamiche mafiose attuali avendo la priorità della sicurezza dei cittadini. Si ripropone un copione già visto, cioè un capomafia che esce dal carcere dopo aver scontato diversi anni in carcere e uscendo, godendo di particolare prestigio, riprende in mano le redini del territorio”