Pubblicato il: 16/05/2023 alle 12:03
“Sicuramente incrementeremo il numero di pattuglie sul centro storico. Il dialogo con i cittadini sarà fondamentale per avere un contributo sulle tematiche della sicurezza e stamattina ho parlato con il sindaco anche della importanza dell’efficienza del sistema di sorveglianza”. Così il nuovo questore di Caltanissetta, Pinuccia Albertina Agnello, che oggi ha incontrato i giornalisti, sull’aumento dei furti nelle attività commerciali del centro storico.
“Ho trovato una questura già strutturata nei rapporti con la stampa – ha spiegato il nuovo questore – e ritengo di non avere niente da insegnare ai miei collaboratori in questo campo. Se c’è qualcosa da limare o aggiustare ditelo e lo faremo. Continuerò ad appoggiarmi al nostro portavoce, il commissario Salvatore Falzone, e a tutto lo staff dell’ufficio di gabinetto. Sapete bene che ormai ci vuole l’avallo dell’autorità giudiziaria anche per il semplice comunicato stampa e se riterrà che possiamo fare le conferenze stampa sulle varie attività lo faremo per dare informazioni in più. Mi piace coinvolgere la stampa quando facciamo delle iniziative, dalle campagne permanenti alle varie attività”.
Relativamente ai rapporti con i media e le disposizioni sulla presunzione di innocenza ha aggiunto: “Io mi sento un servitore dello Stato e un tutore della legge e se la legge impone determinate cose è chiaro che noi per primi dobbiamo farle rispettare. La giusta misura si trova. L’importante è dare la notizia di per sé ma capisco che lo stato democratico ha bisogno di dare garanzie a chi un domani potrebbe rilevarsi innocente”. Il questore, dopo l’insediamento di ieri, ha già fatto le prime visite istituzionali. “Ho già incontrato sindacati, personale e il prefetto. Stamattina ho visto il sindaco poi incontrerò vescovo e magistrati. Nel frattempo conoscerò meglio questa città e avrò piacere di conoscerla anche passeggiando se il tempo lo permette. Spero di poterlo fare subito con mio marito e mia figlia che mi raggiungono la prossima settimana".
"Il ricordo più forte che mi porto dietro è quello dell'esperienza a Palma di Montechiaro. Un territorio su cui la corazza o te la costruisci oppure dici 'questo lavoro non fa per me'. Un’esperienza però in cui il commissariato dell’epoca, per l’alto tasso di omicidi che c’era stato, cominciò uscendo per le strade a incontrare studenti e adulti. Fummo vicini a un comitato spontaneo di cittadini stanchi di essere additati come paese di mafiosi. E ricordo soprattutto un lavoro fatto in un liceo con un preside illuminato che ci consentì di stare vicino ai giovani. Dal negativo ho acquisito il positivo. Sicuramente – ha aggiunto – gli anni più belli li ho vissuti alla Dia". E infine sul nuovo incarico ha aggiunto: "Mi dicono di essere arrivata in una provincia accogliente con una bella collaborazione interistituzionale che non è una cosa scontata".