Pubblicato il: 25/11/2023 alle 20:07
Accade venerdì 24 che i detenuti del 1° piano del 1° Reparto Comuni, al rientro dal passeggio, s’impossessano delle chiavi del piano, sottraendoli all’unità di Polizia Penitenziaria e hanno iniziato a distruggere la qualsiasi. Tutti detenuti di nazionalità Italiana, gran parte catanesi, senza problemi psichici, usando la forza e approfittando del ridotto personale di Polizia Penitenziaria, hanno iniziato a distruggere suppellettili e beni dell’amministrazione al di fuori delle proprie stanza, barricandosi e appropriandosi delle chiavi e del telefono in dotazione al reparto. Immediatamente è scattato l’allarme e, in pochi minuti è accorso nel reparto, tutto il personale disponibile negli uffici e il personale libero dal servizio, oltre, pattuglie delle altre forze di Polizia che hanno circondato per intero la struttura penitenziaria.
Pochi minuti prima i detenuti della sezione Alta Sicurezza, avevano iniziato a sbattere contro i cancelli e le inferriate per attirare l’attenzione su di loro per protestare contro la mancanza d’acqua calda e la presenza di acqua sporca che usciva dai rubinetti. Prontamente il personale di Polizia Penitenziaria, sebbene in numero ridottissimo ha saputo mantenere la calma e limitare i danni e la rivolta, che da lì a qualche ora dopo riuscivano a riportare la calma nel reparto. La disposizione da parte del Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria è arrivata immediatamente per il trasferimento di due dei detenuti rivoltosi che, pare, sarebbero stati i promotori della protesta violenta. Oltre alle autorità dell’Amministrazione penitenziaria in Istituto erano presenti il Magistrato di Sorveglianza, Ufficiali dei Carabinieri e Dirigenti della Polizia di Stato.
Questi i fatti che narrano l’evento critico, ma, purtroppo, dietro a questa deplorevole azione delinquenziale c’è ben altro, c’è l’assenza di disposizioni decisive e precise, ci sono assenze lacunose da parte di chi dovrebbe avere il polso, le capacità e l’intuito nel dare le disposizioni di sicurezza. C’è dietro di tutto questo l’incapacità a gestire Il personale di Polizia Penitenziaria e la gestione dell’Istituto sul piano della sicurezza, insomma c’è l’assenza di un Comandante di Reparto capace e di essere definito tale. Tali affermazioni, – dice Rosario Mario DI PRIMA, Segretario Nazionale del SiNAPPe -, sono supportate dai fatti che quotidianamente accadono in quella Casa Circondariale ed è sotto gli occhi di tutti e, soprattutto dell’Amministrazione Penitenziaria gli eventi critici quotidiani che non riguardano, nel caso specifico, solo la popolazione detenuta con problemi psichici ma, purtroppo, l’intera popolazione detenuta.
Nell’arco di una settimana accadono tre eventi di rilevante importanza, nell’arco di un anno le rivolte sono state tante, gli incendi sono all’ordine del giorno e, proprio, venerdì scorso 17 novembre, tre agenti di Polizia Penitenziaria, sono dovuto ricorrere alle cure dei Sanitari dell’Ospedale S’Elia, perché intossicati dal fumo causato dall’incendio di un materasso e di altri oggetti dentro una stanza, causate da un detenuto con problemi psichiatrici. Il mese scorso l’aggressione nei confronti di un Sovrintendente, il quale è stato ricoverato con sversamento ematico e trauma ed ancora altri gravi episodi. Quali sono le motivazioni, le abbiamo sintetizzato dice ancora Di Prima, adesso sta all’Amministrazione Penitenziaria andare fino in fondo al problema e risolverlo.
Il SiNAPPe ha rappresentato a tutta l’Amministrazione Penitenziaria, al Capo DAP, al Direttore Generale del Personale e al Provveditore Regionale dell’A.P. che, in una situazione di grave pericolo per la sicurezza, determinata dalla grave carenza di personale e delle scarse azioni di contrasto, la Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Caltanissetta è stanca e stremata, non intervenire immediatamente, potrebbe significare non poter evitare più il peggio, la situazione è insostenibile e non vogliamo aspettare altro tempo. Gli eventi che si sono susseguiti e, per ultimo, la rivolta dei detenuti hanno avuto risalto mediatico nazionale, proprio perché riguardano fatti di una certa gravità e legati alla gestione dell’Istituto penitenziario nisseno e non certamente per altri motivi, come le rivolte che hanno interessato l’intero territorio nazionale nel 2020.
Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi che con grande professionalità, hanno saputo evitare una tragedia annunciata all’interno dell’Istituto penitenziario nisseno. Il SiNAPPe, non tarderà a scendere in piazza se l’Amministrazione Penitenziaria non darà le giuste risposte al personale, al fine di rendere visibile all’opinione pubblica e alla Politica quali sono le reali condizioni di lavoro e quale è l’azione di contrasto messa in campo giornalmente da dirigente della Polizia Penitenziaria nelle sue funzioni di comando.