Pubblicato il: 01/12/2021 alle 15:26
Robusto sconto di pena per tre fratelli, mentre per un quarto imputato si riaprirà l’istruttoria. Così, in sintesi, nel quarto passaggio in aula – dopo l’annullamento del primo appello in cassazione – per le inchieste antidroga «Cobra», «Figaro» e «Giro di vite» confluite in un unico calderone. Colpo di forbice consistente, passando per il concordato di pena, per i fratelli Vincenzo, Fabio e Ivan Ferrara (assistiti dagli avvocati Dino Milazzo ed Ernesto Brivido). L’ultimo dei tre, Ivan, il solo a non avere avuto grane giudiziarie, adesso ha chiuso il suo sospeso con la pena a 4 anni di reclusione. Il fratello Vincenzo detto "Mangibu” è stato ora condannato a un anno e 6 mesi per associazione finalizzata allo spaccio e singoli episodi di smercio di droga che, in continuazione con l’inchiesta Kalyroon, vanno a un totale di 4 anni e mezzo e 12 mila euro di multa. In primo grado ne è uscito con 30 anni di carcere e nel primo appello con 18 anni.
Fabio Ferrara, infine, ha concordato adesso 2 anni che, in continuazione ai 2 anni e 4 mesi rimediati in Kalyroon va a un complessivo di 4 anni e 4 mesi e pure lui 12 mila euro. Gli ultimi due – in primo grado condannati a 18 anni ciascuno, poi ridotti a 11 – rispondevano solo del reato associativo finalizzato allo spaccio, perché i singoli episodi di cessione di droga sono stati già dichiarati prescritti dalla Cassazione. Si riaprirà l’istruttoria dibattimentale, di contro, per Carlo Sanfilippo (difeso dall’avvocato Danilo Tipo) per sentire due testi le cui dichiarazioni non erano state valutate nel precedente appello. E la Suprema Corte ha poi annullato ritenendo che si debba appurare se i due testimoni abbiano in realtà subito minacce o violenze dall’imputato, perché si possa configurare il reato di estorsione. Sanfilippo era stato condannato a 8 anni dal tribunale ed a 5 anni e 8 mesi in secondo grado. Per lui il processo proseguirà a marzo. Così ha deciso la corte d’Appello presieduta da Pasqua Seminara (consiglieri Carmelo Faro Faussone e Fabio Di Giacomo Barbagallo), passando per l’assenso del sostituto pg, Carlo Lenzi. (Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia)