Il Tribunale collegiale di Caltanissetta ha dichiarato prescritto il reato di intestazione fittizia di beni contestato dai magistrati agli avvocati civilisti Giorgio Cannata (difeso dall'avvocato Giuseppe Ferraro) e Leonardo Guida (difeso dagli avvocati Rosario Di Proietto e Davide Schillaci) e a Giuseppe Dell'Asta (assistito dall'avvocato Dino Milazzo), già condannato per mafia. Il processo riguardava un’operazione di compravendita – giudicata sospetta dal pubblico ministero Stefano Luciani – relativa ad un immobile in via Colasberna, nel rione Santa Lucia. Abitazione che oggi i giudici, contestualmente alla sentenza che con la prescrizione ha chiuso il dibattimento, è stata dissequestrata. I fatti contestati risalgono al 2004. L'indagine prese le mosse a seguito del rinvenimento, in casa di Dell'Asta nell'ambito dell'operazione antimafia “Redde Rationem”, di documenti tra cui una procura a vendere intestata all'avvocato Guida. Dall'inchiesta emerse che l'immobile venne acquistato da un altro avvocato nisseno – non indagato – per 7.800 euro. Ma secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, dietro quell'acquisto vi sarebbe stato l'avvocato Cannata che non avrebbe potuto comprarlo in prima persona perché risultava curatore di quella vendita giudiziaria. Il pm Luciani, nel corso della sua requisitoria, aveva chiesto la condanna a 2 anni ciascuno per entrambi i civilisti e per Dell'Asta ritenendo provato l'escamotage adottato dai tre imputati per evitare di scoprire il reale proprietario dell'immobile. Di riflesso i difensori dei tre imputati avevano documentato che non v'era nessuna operazione “sospetta” perché l'immobile non fosse riconducibile direttamente a Dell'Asta.