Pubblicato il: 25/06/2021 alle 10:43
“Ossimoro”: figura retorica che consiste nell’unione sintattica di due termini contraddittori, in modo tale che si riferiscano a una medesima entità. L’effetto che si ottiene è quello di un paradosso apparente; ad esempio: lucida follia; tacito tumulto; convergenze parallele; insensato senso (Treccani). “Grillo-Conte”: peculiare ossimoro della politica italiana contemporanea. Inevitabile quaestio: riusciranno i frastornati, storditi, dispersi 5stelle a trovare una sintesi virtuosa tra la volgare,impetuosa visionarietà di Grillo e la garbata, moderata razionalità di Conte? Tra la fragorosa piazza e le ovattate stanze dei palazzi? Tra t-shirt e giubbotti sportivi e classici completi blu con candide pochette?
Insomma: se lo stile non è acqua, non lo è, neppure, la sostanza delle cose. Ma in fondo, questo difficile, estremo esercizio dialettico-compositivo potrebbe risultare persino salutare per “grillini” e “contini”. Salutare o esiziale. E’ chiaro. Dipende soprattutto da loro. Dalla loro capacità di coniugare insieme radicalismo e moderatismo, pulsioni oppositivo-provocatorie e paziente, consapevole cultura di governo. Utopia e pragmatismo. E certamente dipende, anche, dalla sfrenata imprevedibilità di Giuseppe Piero Grillo detto “Beppe”, e dalla armoniosa prevedibilità dell’avvocato (“del popolo”) Giuseppe Conte. Vedremo. POSCRITTO. Poi, ovviamente, ci sono anche Di Maio e Di Battista.
Prof. Leandro Janni