Pubblicato il: 26/04/2023 alle 08:17
Singoli cittadini nisseni, ma anche gruppi, associazioni denunciano periodicamente, inevitabilmente lo stato di degrado in cui versa il nostro Cimitero Angeli. Tra questi anche Italia Nostra lo ha fatto e, temo, continuerà a farlo. Capita non di raro che studiosi, appassionati d’arte, ma anche scuole, istituti scolastici, mi chiedano di poter fare una visita guidata nei luoghi più rappresentativi di Caltanissetta. La città, nonostante le tante criticità, è ricca di storia, di bellezza, di luoghi, di monumenti, ed è sempre difficile fare delle scelte quando il tempo a disposizione è limitato. Forse a qualcuno potrà sembrare strano, eccentrico e persino un po’ funereo, ma non perdo quasi mai l’occasione di far conoscere, visitare il nostro straordinario Cimitero, nel quartiere Angeli.
Ad esempio, di recente è venuta a Caltanissetta la scrittrice Marcella Croce, instancabile narratrice di luoghi e storie di Sicilia, così come, tempo fa è venuto a trovarci il filosofo Massimo Venturi Ferriolo, studioso di estetica del paesaggio, per presentare un saggio di Rosario Assunto sul “giardino”. Ad entrambi ho fatto conoscere, visitare questo peculiare luogo del nostro territorio. Bene: ogni volta che gli ospiti completano la visita del nostro cimitero, con evidente emozione mi ringraziano per l’esperienza vissuta. Io, ovviamente, ne sono orgoglioso, ma non mi meraviglia affatto questa loro emozione, questo loro entusiasmo, perché sono consapevole del grande valore paesaggistico e monumentale del nostro cimitero. Un luogo a cui, anni fa ho dedicato una riflessione all’interno del volume “La Città degli Angeli, Immagini del Cimitero di Caltanissetta”. Insieme al mio, in quel testo, edito da Salvatore Sciascia Editore, troviamo i contributi del compianto Gino Cannici e di Franco Spena. Oltre alle suggestive immagini di Melo Minnella, Angelo Pitrone e Salvatore Farina.
Ma ecco una parte di quella riflessione: «Nell’Isola, nella Sicilia più interna e più integra, è ancora possibile ritrovare luoghi, storie, paesaggi. Lo spazio e il tempo per una riflessione, un ricordo. Persino la natura è possibile ritrovare. Magari, per caso. Nel cuore dell’Isola c’è un territorio, un paesaggio plasmato, connotato dalla poderosa sequenza di monte Sabucina, monte Capodarso, il tavolato di Enna. In basso, il lento, sinuoso scorrere del fiume Imera Meridionale. E poi, come arroccato, abbarbicato a ciò che resta del rude castello di Pietrarossa, il Cimitero Angeli di Caltanissetta, sito su uno stupefacente, argilloso piano inclinato. Spazio disegnato, concluso, definito da alte e protettive mura in pietra. Città analoga. Giardino.
Luogo quasi familiare, rassicurante, eppure imprevedibilmente aperto, esposto al territorio circostante, alla natura. Ed è proprio questa ambivalenza, questa duplice peculiarità fisica, estetica, questo risultare luogo, spazio costruito, pittoresca rappresentazione architettonica e insieme paesaggio sublime, che ci colpisce del Cimitero Angeli di Caltanissetta. Percorrendo i suoi viali, osservando le seducenti cappelle gentilizie, le umanissime sculture, le epigrafi, i ritratti fotografici, lasciandosi come ipnotizzare dai ripetuti, geometrici loculi quadrati, è come se, di tanto in tanto, il nostro sguardo deviasse, sfuggisse verso l’esterno, verso la natura infinita. Nel Cimitero monumentale Angeli di Caltanissetta, in questo luogo familiare e sfuggente, ombroso e rilucente, labirintico, oltre al dolore della perdita, al lutto, può capitare di incontrare la bellezza, il mistero e la luce. L’imprevedibile sublime, oltre il banale di una grigia, sconfinata periferia.»
Insomma: il nostro cimitero è anche un parco, un giardino, un luogo per la contemplazione. Un luogo capace di rimettere il nostro ego di fronte al senso del limite. Ancora una volta, dunque, sollecitiamo l’Amministrazione Comunale (Giunta e Consiglio Comunale), la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali e le associazioni, a porre attenzione a questo luogo importante della città e a dedicare adeguate risorse e cura. A cominciare, ad esempio, dalla realizzazione di una planimetria in cui viene dato un nome ai viali del cimitero, vengono individuate le sepolture monumentali e quelle che contengono le spoglie di personaggi illustri, e infine vengano evidenziati i punti panoramici.
Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia