Pubblicato il: 08/07/2020 alle 09:25
Dopo il fermo imposto dall'emergenza Covid-19 il reparto di Cardiologia, diretto dal primario facente funzioni Felice Rindone, e considerato ormai fiore all'occhiello dell'ospedale Sant'Elia riparte con nuovi servizi e terapie e con la piena funzionalità di tutte le attività ambulatoriali. Innanzitutto ci sono due grandi novità. La prima è il nuovo servizio di controllo remoto dei pacemaker. Con un nuovo sistema sarà possibile monitorare l'attività dei pacemaker mentre il paziente si trova a casa. Al paziente infatti verrà consegnato un dispositivo da avvicinare al pacemaker e direttamente dal reparto sarà controllato, tramite un monitor, non solo il funzionamento dell'apparecchio ma anche lo stato di compenso emodinamico e gli eventuali allarmi lanciati dal dispositivo. "In questo modo – spiega il cardiologo Felice Rindone – potremo sapere in anticipo, anche di un mese, se il paziente andrà incontro a scompenso cardiaco. Arresti e aritmie vengono visti in tempo reale". L'altra novità è la nuova terapia di ultafitrazione, una sorta di dialisi lenta, così l'ha definita il dottore Rindone, che sottrae liquidi e che viene utilizzata per i pazienti in stato di scompenso cardiaco. "Con questo sistema, fino a poco tempo fa appannaggio esclusivamente della Rianimazione – spiega Felice Rindone – eliminiamo l'eccesso di liquidi nell'organismo. Migliora così la respirazione e in generale la qualità della vita del paziente". Ad occuparsi di ambulatori e impianti pacemaker attualmente sono i cardiologi Calogero Geraci e Rosario Russo con la supervisione del responsabile Felice Rindone. Durante l'emergenza coronavirus, così come in tutta Italia, spiega l'emodinamista Giovanni Longo, si è registrato un calo dei ricoveri del 20% con un incremento del numero delle morti per infarto in casa. "Molti pazienti – ha spiegato il dottore Longo – nonostante i sintomi tipici dell'infarto avevano paura a recarsi in ospedale e quindi o non venivano oppure arrivavano quando ormai era troppo tardi. Ricordo che la persistenza di un dolore al petto, alla schiena o al braccio in un paziente dai 50 anni in su deve far sospettare un evento cardiaco. Non bisogna avere paura del coronavirus e va contattato il 118 perché la mortalità per un evento vascolare non trattato è molto più alta". Intanto anche gli ambultaori hanno ripreso la normale attività con visite cardiologiche, ecocardiografie, controlli pacemaker e prove da sforzo. "Al fine di colmare la riduzione di assistenza durante il Covid – spiega l'emodinamista Longo – da metà giugno abbiamo raddoppiato il numero di ricoveri sia per quanto riguarda l'emodinamica che la cardiostimolazione. Stiamo aumentando inoltre l'offerta sanitaria con un maggior numero di procedure per emodinamica comprendenti chiusure dell'auricola, chiusura delle Pfo, procedure collegate alla prevenzione dell'Ictus in pazienti con problemi cardiaci, in collaborazione con il reparto di Neurologia guidato dal primario Michele Vecchio, con il quale stiamo gestendo anche i pazienti con fibrillazione e sincope mediante l'impianto di loop recorder, dispositivo di controllo sempre in remoto. E' nostra intenzione attivare quanto prima l'attività di elettrofisiologia che comporterebbe una riduzione della mobilità passiva e da settembre partirà un ambulatorio dedicato allo scompenso cardiaco avanzato in collaborazione con il dipartimento delle cure primarie diretto dal dottore Gabriele Roccia e l'ambulatorio di via Malta diretto dal dottore Paolo Mattina". Un reparto giovane (quello di Emodinamica è il più giovane d'Italia con una età media di 33 anni) ma gestito da altissime professionalità, quello di Cardiologia dove nell'ultimo anno sono state eseguite 1300 coronarografie di cui mille angioplastiche, e 135 interventi di cardiostimolazione. "Negli anni – spiega il direttore Felice Rindone – l'Uoc di Cardiologia Utic e l'emodinamica sono sempre state punto di riferimento per il territorio provinciale ed extraprovinciale (i pazienti arrivano da Enna, da alcuni comuni della provincia di Agrigento e di Palermo). Non tanto tempo addietro l’associazione “Amici di Claudio” di Alimena, a dimostrazione della vicinanza al territorio extraprovinciale, hanno donato alla nostra unità operativa un elettrocardiografo. Negli ultimi mesi le attività ospedaliere sono state prioritariamente trainate da un’attenzione all’evento pandemico legato alla diffusione del Sars-Cov 2, contrastato da questa Asp con la lungimirante individuazione di un’intera ala dedicata alle Malattie Infettive con un pronto soccorso dedicato. Nonostante l’emergenza l’attenzione al nostro reparto da parte della direzione strategica è stata massima. Due dei nostri medici sono stati subito sostituiti da due nuovi arrivi: i medici Rossella Parrinello e Riccardo Tona. Questo di oggi vuole essere un piccolo resoconto delle nostre attività. Un grazie dunque al direttore generale Alessandro Caltagirone, al direttore sanitario Marcella Santino e al direttore amministrativo Pietro Genovese per averci supportato e una rassicurazione alla popolazione del territorio affinché si sappia che questa unità operativa lavora instancabilmente per poter offrire la miglior offerta sanitaria sul territorio”