Pubblicato il: 26/11/2022 alle 13:41
Non avrebbe gradito un apprezzamento rivolto alla sua fidanzata Kevin Fiore uno dei cinque nisseni portati in caserma dopo la rissa culminata ieri nell’omicidio di Marcello Tortorici. Kevin, 22 anni, in queste ore è stato portato nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Caltanissetta insieme al fratello Michele, 30 anni, e al padre Salvatore Fiore, 53 anni. Tutti e tre sono stati sentiti dal pm Massimo Tirifò insieme agli altri due accoltellati rimasti coinvolti nella rissa. Si tratta di Roberto Millaci, 50 anni, e Massimo Tortorici, 45 anni, fratello dell’uomo che è stato ucciso con un taglio alla gola. I due, che con tutta probabilità sono intervenuti a difesa di quest’ultimo, sono stati a loro volta raggiunti da alcune coltellate.
Quando i carabinieri sono arrivati in via San Domenico hanno trovato Marcello Tortorici ancora agonizzante. Quest’ultimo è morto poco dopo, durante il trasporto in ospedale per la profonda ferita inferta alla gola. A pochi metri di distanza, a terra, Roberto Millaci, ferito con delle coltellate alle gambe. Quasi contemporaneamente in caserma, accompagnato da un passante, si è presentato il fratello della vittima, Massimo Tortorici, con una ferita ancora sanguinante vicino al petto, poco sotto l’ascella. Tortorici e Millaci sono stati accompagnati in ospedale per le cure del caso e poi portati in caserma per essere interrogati. Si va delineando dunque un quadro sempre più chiaro di quanto accaduto ieri sera, con la famiglia Fiore da una parte e i due Tortorici e Millaci dall’altra parte. Non è chiaro ancora chi abbia sferrato la coltellata fatale a Marcello Tortorici.
I carabinieri, durante i rilievi, hanno trovato un solo coltello, probabilmente quello utilizzato per ammazzare il 52enne. Tutto attorno sangue e piante rovesciate a terra durante la violenta rissa. Le indagini proseguono per stabilire l’esatta dinamica di quanto accaduto. Al vaglio anche le immagini delle telecamere. Quanto alle persone presenti, invece, in molti hanno detto di non aver visto o capito nulla fornendo scarsissima collaborazione ai militari dell’Arma.