E’ viva e sta bene grazie ai medici dell’ospedale Sant’Elia una paziente di Licata di 37 anni, Erika P., che lo scorso 4 agosto è rimasta vittima di un incidente mentre si recava a lavoro con il marito Giuseppe. I due, entrambi infermieri all’ospedale di Caltagirone, erano arrivati al bivio Ponte Olivo, a Gela, quando si sono scontrati con un’altra auto. La dinamica è ancora da ricostruire ma di certo c’è che la loro auto si è ribaltata per ben 4 volte. E le conseguenze peggiori le ha subite proprio la 37enne licatese che, una volta tirata fuori dall’auto dai soccorritori del 118, è stata condotta insieme al marito all’ospedale Vittorio Emanuele di Gela. E mentre Giuseppe se l’è cavata con un tutore alla spalla e un collare ortopedico, ed è stato subito dimesso, per poi fare ovviamente i dovuti controlli, accertamenti e terapie, per lei il percorso si è rivelato più lungo ma, per fortuna, con un lieto fine. “Dopo avermi stabilizzato – racconta Erika P. – sono stata trasportata all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Qui mi hanno subito portata in Tac e hanno visto che avevo una frattura della vertebra C2 del collo. Ho avuto la fortuna di incontrare il primario di Neurochirurgia, il professore Luigi Basile, che ha subito deciso come intervenire sottoponendomi a un intervento difficilissimo ma portato a termine brillantemente. Mi hanno fissato subito con un collare e due giorni dopo mi hanno sottoposta a intervento, insieme alla Neurochirurga Rita Lipani, ricostruendomi la vertebra con un osso sintetico. L’intervento è durato circa 6 ore. Un intervento molto delicato perché poteva compromettere il midollo osseo e la mobilità degli arti. Ieri mi hanno messo seduta e oggi già, con la fisioterapista vicina, ho cominciato a camminare. Insieme al dottore Basile volevo ringraziare infinitamente anche il primario di Anestesia e Rianimazione, il dottore Giancarlo Foresta, che mi ha intubata e ha seguito per tutte le 6 ore l’intervento, e tutta l’equipe di neurochirurgia. Sono stati fantastici – conclude Erika commossa – medici, infermieri e tutto il personale sanitario”.