Pubblicato il: 12/02/2017 alle 13:26
Pubblichiamo di seguito una nota a firma del presidente regionale di Italia Nostra Leandro Janni:
Una foto mi ha colpito, incuriosito nei giorni scorsi. Ed è la foto che ritrae il sindaco di Caltanissetta, Giovanni Ruvolo, nel giardino pubblico di Villa Cordova. Tale foto mi ha fatto tornare in mente un’altra immagine che ritrae Ruvolo. Un’immagine – una delle prime – della sua campagna elettorale tra le strade e i luoghi della Città. Le note che seguono descrivono e commentano sinteticamente tali immagini.
Dunque: in entrambe le immagini Giovanni Ruvolo è accompagnato da due persone. Due uomini. Insomma, sono in tre. E’ la primavera del 2014: nella prima foto (a luce diurna) si vede Giovanni Ruvolo seduto “in trono” tra le rovine del Quartiere Provvidenza. Chi lo accompagna è in piedi: uno dei due (il garbato Settimo Ambra) appoggia confidenzialmente il braccio sinistro sul “trono” su cui è seduto Ruvolo; l’altro osserva divertito la scena. I tre sono molto vicini. Ruvolo sembra contento, pieno di speranze e di energie. D’altronde è all’inizio della campagna elettorale che lo incoronerà sindaco della Città. Egli appare padrone della scena, del ruolo che intende conquistare. Appare consapevole del complicato servizio che intende svolgere. L’immagine, affastellata di soggetti ma, soprattutto, di oggetti sparsi a casaccio, consunti, sembra la traduzione fotografica di una vignetta di Jacovitti. Ruvolo, comunque, tirerà avanti come un treno.
Nella seconda, recente immagine (inverno del 2017), il Nostro è in compagnia di due assessori dell’attuale giunta comunale: Felice Dierna e Giuseppe Tumminelli. L’immagine – un po' spettrale, sgranata – è stata realizzata di sera (a luce notturna – dunque), tra i viali della Villa Cordova. In questo caso sono tutti seduti su una classica panchina in ferro. I due assessori guardano verso l’occasionale fotografo, Giovanni Ruvolo no. Egli guarda altrove. E appare appoggiato, più che seduto, sul bordo estremo della panchina. Distratto. Assente. Ad ogni modo, in questo caso, malgrado le scadenti luci, che si riverberano sui corpi dei tre soggetti, la scena è “pulita”, decorosa. Non ci sono bottiglie o cartacce o salumi jacovitteschi (o jacovittiani) in giro. Lo sfondo è connotato dalle verdi fronde, dai rigogliosi arbusti presenti del giardino. L’immagine ricorda – mutatis mitandis – certe atmosfere, certe scene rembrandiane. O meglio: sembra una rilettura contemporanea – moderata e scolorita – della “Ronda di notte” del celebre maestro olandese. O forse no: sembra un disegno di Sironi. O di Manet? Ma lasciamo perdere l’arte e le sue infinite suggestioni e interpretazioni. Siamo a Caltanissetta e domani è un altro giorno e si vedrà.