Pubblicato il: 06/11/2013 alle 15:14
Lunedì 11 novembre Confcommercio organizza a Caltanissetta una giornata di mobilitazione sull’abusivismo commerciale e la contraffazione per denunciare – dati alla mano – l’entità e le conseguenze sull’economia reale di questi fenomeni che, oltre a minare le basi del vivere civile favorendo l’illegalità e le azioni criminose, rappresentano una vera e propria forma di concorrenza sleale che altera il mercato e alimenta l’economia sommersa.
L’iniziativa, dal titolo “Legalità, mi piace!”, vedrà mobilitati insieme a Caltanissetta tutti i capoluoghi di provincia del nostro Paese in una serie di incontri, convegni ed altre iniziative.
A Caltanissetta, la Confcommercio organizza per le ore 9,30 presso la sala del Banco di Credito Cooperativo del Nisseno in via F. Crispi 17 un convegno con le massime autorità locali e le rappresentanze degli imprenditori. Saranno presenti il Questore, il comandante provinciale dei Carabinieri, il comandante provinciale della Guardia di Finanza e il vice presidente della Confcommercio della provincia di Caltanissetta Massimo Mancuso.
I lavori si apriranno con un dibattito tra gli interlocutori locali per declinare il tema sul piano provinciale, prendendo spunto anche dai risultati dell’indagine Format-Confcommercio sul sentimento dei consumatori nei confronti di illegalità, abusivismo e contraffazione.
Proseguiranno poi con una diretta streaming della manifestazione di Roma, per ascoltare gli interventi del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, dei Ministri Alfano e Zanonato e del Comandante della Guardia di Finanza.
Che il tema sia forte e sentito da tutte le imprese lo dimostra bene l’indagine Format-Confcommercio: con la crisi infatti gli italiani acquistano più prodotti e servizi illegali, spesso con la ‘giustificazione’ di un presunto risparmio. E, quel che è peggio, sembra ancora mancare in molti la percezione della gravità del fenomeno, che oltre a procurare danni all’erario, alle imprese e ai lavoratori – ai quali sottrae ricchezza -, alimenta la criminalità.
Nel 2013 un consumatore su quattro (il 25,6%) ha acquistato almeno una volta un prodotto o un servizio illegale. Si tratta di un fenomeno in aumento, più diffuso tra le donne e i giovani, e che vede il Mezzogiorno come l’area più colpita.
Rispetto al passato sono in crescita l’acquisto di prodotti (soprattutto quelli di pelletteria, seguiti da quelli dell’abbigliamento, parafarmaceutici, alimentari, dell’elettronica ed elettrodomestici e l’utilizzo di servizi illegali) nonché i fenomeni illegali nuovi, come l’acquisto, il più delle volte in rete, di biglietti per spettacoli di vario genere (cinema, concerti) o titoli di viaggio pirata. Tra i prodotti illegali acquistati nel 2013 spiccano quelli dell’abbigliamento (41,2%), dell’alimentare (28,1%), della pelletteria (26,9%) e gli occhiali (27,6%).
Per oltre il 50% dei consumatori la ragione principale degli acquisti illegali è di natura economica. Acquistare prodotti o servizi illegali rischia quindi di diventare la normalità: il 55,3% dei consumatori ritiene infatti questi acquisti piuttosto normali e utili per chi ha difficoltà economiche. Solo il 36,2% dei consumatori è convinto che l’acquisto illegale sia effettuato inconsapevolmente. Circa l’80% dei consumatori ritiene che l’acquisto di prodotti illegali/contraffatti o l’utilizzazione di servizi svolti da abusivi possa comportare rischi per la salute e la sicurezza, rivelandosi di scarsa qualità. Il 79%, infine, è consapevole del fatto che l’illegalità altera le regole del mercato e penalizza le imprese regolari.