Pubblicato il: 22/11/2023 alle 13:31
La prima richiesta di denaro era stata di 3000 euro ma poi, costantemente minacciato da quei brutti ceffi, nell'arco di 15 mesi ha dovuto versare 75mila euro. Vittima dell'ennesima estorsione un imprenditore edile di Caltanissetta che alla fine ha raccontato ai carabinieri quello che è stato costretto a subire per diverso tempo. Ed è stato grazie alle investigazioni degli uomini dell'Arma che Giuseppe Dell'Asta, 57 anni, al quale la misura è stata notificata in carcere, e Giovambattista Vincitore, 60 anni, sono stati arrestati per i reati di estorsione aggravata e autoriciclaggio. La vittima ha raccontato di essere stato contattato una prima volta da Dell'Asta con la scusa di dover realizzare un lavoro edile nella sua villa.
Dopo quell'incontro i due non si erano più visti ma Dell'Asta cominciò a contattarlo insistentemente chiedendo di incontrarsi. L'imprenditore credeva che quel primo incontro fosse effettivamente finalizzato all'esecuzione dei lavori ma in realtà così non era. Il tono affabile di Dell'Asta in breve tempo si era trasformato in un tono minaccioso. Se l'imprenditore non avesse consegnato quei soldi, finalizzati al mantenimento dei detenuti in carcere "qualcuno si sarebbe arrabbiato". Ed è così che l'imprenditore, preoccupato di vedere andare in fumo mezzi e sacrifici, ha cominciato ad eseguire continui bonifici, fino a raggiungere la somma di 75mila euro
Le ulteriori indagini dei Carabinieri coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia hanno consentito di accertare un modus procedendi che sarebbe stato elaborato dagli indagati per mascherare la provenienza illecita dei profitti dell’attività estorsiva: in particolare secondo i gravi indizi ritenuti dal giudice l’imprenditore avrebbe effettuato pagamenti tramite bonifico su conto corrente intestato al Vincitore, il quale, nella qualità di socio di maggioranza e amministratore unico di una società a responsabilità limitata con sede a Serradifalco, ed avente ad oggetto la gestione di call center (CLIS srl), avrebbe preventivamente emesso in favore della vittima fatture false per prestazioni mai eseguite relative a forniture di materiale pubblicitario e materiale edile.
Le somme di denaro versate sul conto corrente intestato al VINCITORE sarebbero state poi prelevate in contanti nel giro di pochissimi giorni tramite bancomat o sportello; si è potuto calcolare che la vittima avrebbe versato in appena 15 mesi una somma di denaro pari a circa 75.000 euro. Tale meccanismo avrebbe consentito di fornire una apparente giustificazione dei pagamenti effettuati in ottemperanza alle richieste estorsive e per tale ragione è stato contestato agli indagati anche il reato di autoriciclaggio. Con la medesima ordinanza con la quale è stata applicata la misura personale della custodia in carcere a carico dei due indagati è stato anche disposto il sequestro preventivo della società CLIS, di fatto non operativa e costituente una “scatola vuota” utilizzata per l’emissione di fatture false