Pubblicato il: 29/01/2025 alle 13:12
La mia attività professionale, che da anni si concentra sulla cura e prevenzione delle crisi economiche, del sovraindebitamento e dei reati economici in genere, mi ha permesso di entrare in contatto con uno spaccato della nostra società che, purtroppo, si fa sempre più difficile da ignorare. La realtà che viviamo, quella di una città come Caltanissetta, è intrisa di contraddizioni dolorose, ma anche di sofferenza silenziosa che, troppo spesso, viene ignorata o, peggio, sminuita.
La sofferenza economica in molte famiglie non è sempre una questione di scelte sbagliate o mancanza di volontà; spesso si tratta di eventi imprevisti e devastanti che travolgono la vita: una separazione, una malattia, un investimento fallito. Ma ci sono anche contraddizioni strutturali che non possiamo permetterci di ignorare, e che hanno a che fare con il modo in cui la politica locale – spesso distratta, altre volte indifferente – si relaziona con le difficoltà quotidiane dei cittadini.
Mi riferisco in particolare alla proposta, ormai quasi certa, di un aumento del gettone di presenza per i consiglieri comunali di Caltanissetta. In un periodo in cui la città, come molte altre realtà siciliane, è alle prese con gravi difficoltà economiche, questo aumento appare come uno sfregio nei confronti di quelle famiglie che, da settimane, da mesi, lottano contro la povertà, la disoccupazione, e la paura di non riuscire ad arrivare alla fine del mese.
Un consigliere comunale, in una città come la nostra, non può ignorare la realtà che lo circonda. Durante la campagna elettorale, ogni candidato si è recato porta a porta, ha ascoltato le doglianze occupazionali ed economiche dei propri concittadini. Queste difficoltà dovrebbero costituire il termometro della politica, il metro di giudizio per qualsiasi decisione venga presa, eppure sembra che ciò venga dimenticato al momento di rispondere alle esigenze della collettività.
La politica, infatti, non può limitarsi a prendere decisioni nei corridoi delle istituzioni, lontano dalle vere necessità della gente. Deve vivere tra le persone, ascoltare, comprendere, e agire.
La politica deve essere consapevole della realtà che vive la comunità. Non possiamo fare finta che le difficoltà economiche delle famiglie siano solo una questione di gestione privata. Si tratta di sofferenza collettiva, che riguarda tutti, e che implica una responsabilità sociale chiara per chi riveste ruoli pubblici.
Non voglio, però, limitarmi a una critica fine a sé stessa. A chi mi chiede cosa proponga come alternativa, rispondo con una semplice, ma importante proposta: l'istituzione di un fondo comunale di solidarietà e sostegno per i cittadini sovraindebitati, o, almeno, la donazione dei maggiori emolumenti percepiti dai consiglieri ad associazioni che si occupano di supportare i cittadini in difficoltà economiche.
Un esempio positivo ci viene dalla Regione Siciliana, che ha istituito un fondo per finanziare l’accesso delle persone sovraindebitate alle procedure previste dal Codice della Crisi e dell’Insolvenza. Questo fondo avrebbe rappresentato una vera e propria opportunità per tante famiglie in difficoltà, ma purtroppo è ormai esaurito, portando via con sé la speranza di una ripartenza economica per tanti.
Le famiglie sovraindebitate non sono un numero, non sono una statistica. Sono padri e madri che non sanno come spiegare ai propri figli che non possono permettersi il panettone a Natale o che non hanno i soldi per pagare una bolletta. Sono anziani che non riescono a curarsi a causa dei costi delle medicine. Sono giovani disoccupati, che hanno studiato con la speranza di un futuro migliore, ma che ora si trovano a fare i conti con la realtà di un mercato del lavoro che non offre opportunità. La politica non può ignorare queste storie.
In un momento così delicato, la politica deve dare l’esempio. Le scelte di oggi non devono essere solo dettate da interessi individuali o da esigenze di visibilità politica, ma da una visione di lungo periodo che prenda in considerazione prima di tutto il benessere della comunità. Ogni decisione deve essere ponderata, cercando di non lasciare indietro chi si trova in difficoltà. Immaginate se i consiglieri comunali decidessero di devolvere parte dei propri emolumenti, frutto di un aumento che appare davvero difficile da giustificare in questo momento storico, a un fondo di solidarietà. Immaginate l’impatto che un piccolo gesto di vicinanza sociale potrebbe avere sulle famiglie in difficoltà. Non si tratta di un atto di carità, ma di una presa di responsabilità da parte di chi ha il potere di fare la differenza.
Il consiglio comunale, sia di maggioranza che di opposizione, ha il compito di rappresentare la collettività, ma anche di dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini, soprattutto quando queste riguardano la sopravvivenza quotidiana. È una sfida morale e politica che non può essere rimandata, e che non può essere sminuita con scelte superficiali che non guardano alle vere necessità della gente.
Non possiamo permetterci di ignorare il grido di chi, a causa di eventi contingenti, si trova a vivere un periodo di difficoltà insopportabile. La politica non deve essere una mera formalità amministrativa, ma una risposta concreta alle necessità quotidiane delle persone. La politica locale non può restare immobile di fronte a chi vive nell'incertezza, nel dolore, nella paura.
La politica locale deve dimostrare che può essere inclusiva, sensibile e responsabile. Deve essere in grado di ascoltare e, soprattutto, di agire. Non basta parlarne, non basta scrivere manifesti, non basta fare promesse. È il momento di essere coerenti con ciò che si è promesso durante la campagna elettorale: vicinanza e ascolto. Diamo un segnale importante. È questo il momento di agire, di cambiare realmente la vita di chi ci ha messo nelle condizioni di rappresentarli.
Un gesto, piccolo ma significativo, come devolvere i gettoni di presenza per istituire un fondo di solidarietà, potrebbe restituire dignità a chi oggi lotta in silenzio, senza speranza. Ma, cosa ancora più importante, potrebbe restituire speranza a una città che ha bisogno di vedere un cambiamento reale.
Dott. Marco Fasciana
Presidente e Responsabile Scientifico
EUONIA – Centro Studi sul Diritto della Crisi e Reati Economici
si può dire che hanno la faccia come il… beep? parlare del nulla stanca, leggere i verbali delle sedute precedenti è estenuante, prendere decisioni del tipo.. convochiamo il responsabile del.., oppure andiamo a far visita a quell’ufficio dai, tanto mica disturbiamo… aumentiamoci il gettone di presenza dai, perché noi siamo noi e voi non siete un….beep
Ringrazio il Dott. Fasciana per aver portato a conoscenza di tutti i nisseni la proposta di aumentare il gettone di presenza ai vari consiglieri, che presiedono le svariate commissioni. È ormai risaputo che i vari consiglieri sono presenti quasi simultaneamente i due i tre riunioni delle commissioni, percependo più gettoni, ma questa è la prassi più sei presente e più guadagni. La situazione economica nissena è disastrosa, ma evidentemente alla politica non interessa, e cosa escogita? Aumentiamoci il gettone di presenza. Una sola parola mi viene da dire “VERGOGNA”
è risaputo che la giunta commnale frequenti i peggiori locali della movida nissena. quindi, cosa vi aspettate? qualcuno i visi dovra pagarglieli