Pubblicato il: 04/02/2023 alle 09:05
Il sottoscritto Dott. Giuseppe Mastrosimone nella qualità di Segretario Generale della FIMMG di Caltanissetta con la presente intendo esprimere il proprio stupore, nonché l’amarezza per le dichiarazioni rilasciate dal Sig. Sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino, nel corso della trasmissione radiofonica “Toni accesi”, condotta da Tony Maganuco, sul tema dei tempi di attesa al Pronto Soccorso dell’Ospedale S. Elia, alla presenza del Commissario Straordinario Dott. Alessandro Caltagirone. Il Sig. Sindaco, oltre a dichiarare che il periodo Covid-19 ha autorizzato i medici di famiglia a ridurre gli accessi negli ambulatori e inviare le ricette con i vari sistemi di messaggeria, ha chiesto al Commissario Straordinario se i medici di famiglia non potessero riprendere a “riaprire” e visitare i pazienti come facevano in epoca ante-Covid-19. A questo punto ci si chiede: gli studi dei medici di famiglia sono stati mai chiusi e continuano ad esserlo? Durante il periodo pandemico, e in particolare nella prima ondata, i medici hanno svolto regolarmente la loro attività presso i propri ambulatori e a domicilio, con tutte le cautele imposte dal Covid-19, quali accessi regolamentati, uso obbligatorio di mascherine, utilizzo di schermi in plexiglass, al fine di tutelare i pazienti e se stessi dal pericoloso virus. Non si sono mai assentati, mettendo a repentaglio la propria salute e, nella maggior parte dei casi, contraendo essi stessi il Covid-19. Di seguito, per arrivare ad oggi, gli accessi agli ambulatori e quelli domiciliari sono stati incrementati, per non parlare delle richieste effettuate tramite i vari sistemi telematici, non facendo mai venir meno, in alcun modo l’assistenza ai propri pazienti. Il Sig. Sindaco dovrebbe sapere che gli ambulatori non sono mai stati chiusi e che quindi “non c’è nulla da riaprire” Al contempo si rappresenta che non è certo da addebitare al medico di famiglia l’accesso indiscriminato dei pazienti al Pronto Soccorso, con conseguente congestione dello stesso, ma è frutto dell’iniziativa, assolutamente autonoma, del singolo cittadino che ritiene percorribile l’accesso al P.S. anziché rivolgersi al proprio medico curante, quest’ultimo disponibile ad accogliere e affrontare nel migliore dei modi le richieste del proprio paziente.