In occasione della giornata internazionale per i diritti della donna il sindacato FSP Polizia di Stato ha donato alle donne che lavorano negli uffici di Polizia della Provincia un ramoscello di mimosa rivolgendo un pensiero alle donne ucraine, ma anche a tutte le donne che quotidianamente si impegnano per costruire un futuro di pace, speranza, solidarietà. La FSP Polizia di Caltanissetta ha voluto rivolgere non un semplice augurio, ma un pensiero.
Scrive Fabio Fazzi, Segretario Provinciale Generale FSP Polizia di Stato di Caltanissetta: "Quando vi osservo, intorno a me, nella vita di tutti i giorni, la cosa che mi sorprende sempre e m'incanta è il vostro naturale coraggio. Colleghe, amiche, conoscenti, parenti…un esercito, insomma! Il vostro esercito di coraggio! Vi muovete sicure e consapevoli in tutti i ruoli che rivestite; l'energia, la vitalità con cui condite ogni vostro impegno, sia nella società che nella vita, sono, innegabilmente, legate alla vostra natura…da voi è la vita! Non poche sono le difficoltà, piccole e grandi che, quotidianamente, vi trovate ad affrontare; alcune di voi vivono situazioni tanto difficili, penalizzate dal destino o dalle condizioni…E a loro, soprattutto, và il mio pensiero. E' ammirevole la grinta che sapete tirare fuori e la forza che sapete infondere anche con un sorriso che difficilmente vi manca. Non decanto la vostra grazia, l'intelligenza, la dolcezza, la bellezza…Oggi è il vostro coraggio che ammiro e che mi sento di onorare; in un tempo e in una società che sembra arrendersi molto facilmente. A voi il mio pensiero. Felice 8 Marzo" Scrive Valter Mazzetti, Segretario Generale Nazionale FSP Polizia di Stato:
"In questi giorni pensare a ‘festeggiare’ nel giorno dell’8 marzo è quanto mai difficile e c’è, invece, molto su cui riflettere. Le donne, ovunque, più che mai, combattono una vera guerra quotidiana per difendere l’incolumità propria e dei loro figli, quando ne hanno; portano la maggior parte del peso dei drammi moderni, e benché siano l’emblema della forza e del coraggio, hanno bisogno di maggiore impegno per garantirne la sicurezza. Penso a tutte quelle donne che non hanno visto l’alba di questo giorno, le tante vittime di un’ecatombe chiamata femminicidio, 118 nell’ultimo anno in cui l’emergenza sanitaria le ha costrette in casa alla mercè dei propri carnefici. Penso a tutte le donne che hanno lasciato case compagni e certezze per fuggire al massacro della guerra, trascinandosi dietro piccoli che tengono in vita con la forza della disperazione. Penso a tutte quelle donne discriminate, offese e frustrate da una società che sbandiera il concetto di parità come uno strofinaccio poi però calpestato, nei fatti.
Penso, anche, alle tante donne che ogni giorno indossano l’uniforme, e poi carezzano teste e baciano visi a cui promettono di tornare appena possibile sapendo che potrebbero anche non riuscirci. Per ciascuna di loro sappiamo bene che non si fa abbastanza. Per ciascuna attendiamo ancora sostegni reali, protezione concreta e, più di tutto, leggi più severe e pene reali e congrue per chi ne viola i diritti, leggi che possano davvero garantirne la sicurezza o che possano rendere loro giustizia di fronte agli abusi, alle violenze, alle prepotenze, alle discriminazioni che subiscono. E ciò, naturalmente, comprende anche tutte le aggressioni perpetrate da chi infierisce su una donna poliziotto, che ancora non può contare neppure su banali strumenti di autodifesa diversi dall’arma di ordinanza. Senza citare, più semplicemente, difficoltà apparentemente banali come quelle di tutte coloro che, allo stesso modo, non possono neppure contare su un asilo nido in ogni ufficio, questura, o distaccamento. Delle donne si parla molto, ma di certi fiumi di retorica si può benissimo fare a meno. Meglio sarebbe passare ai fatti."